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Super - Attento crimine!!!

Regia di James Gunn vedi scheda film

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La recensione su Super - Attento crimine!!!

di Kurtisonic
6 stelle

I due momenti perfetti nei quali l’anonimo Frank riassume la sua esistenza sono il giorno del suo matrimonio con la tossica Sarah, e quando segnala casualmente ad un poliziotto la via di fuga di un delinquente. Il resto è costituito da una vita insignificante, quando Sarah lo abbandona per lo spacciatore Jaques, Frank si trasforma nel super eroe senza poteri Saetta Purpurea. Il regista James Gunn estremizza linguaggio e simbologie  dei tradizionali super eroi e li traduce in termini comuni trasferendone ideologia e comportamenti in codici terreni e disastrati, dentro i quali Frank libera le sue pulsioni infantili ma allo stesso tempo comprensibili. La trasformazione nel super eroe, tesa a sconfiggere il male e a riconquistare Sarah, risulterà macchinosa e approssimativa, la precarietà mentale del protagonista e l’insita debolezza delle sue motivazioni si  fondono perfettamente con la messa in scena a volte improvvisata e arricchita da colorati spunti trash e splatter. Come già proposto da altre pellicole tese a rinvigorire il genere tratto dalle graphic novel, si gioca a confondere l’umanizzazione del super eroe con la piattezza della quotidianità, ma il regista non cede alla correzione morale o ad attenuare la pericolosa deriva psicologica nella quale lo sprovveduto protagonista precipita. La violenza si fa sempre più esplicita e ingiustificata, le paranoie di Frank sovrastano la realtà e non ne creano  una diversa. Nel racconto viene affiancato dalla squilibrata commessa di una fumetteria, che si trasforma in Saettina, vero angelo del male fine a sé stessa, vera figura chiave di lettura del significato morale della storia. Il film si mantiene in equilibrio fra momenti molto divertenti mai privi di quell’afflato tragico che sorregge il protagonista, ma la parte finale purtroppo si rivela quasi prevedibile e inspiegabilmente adeguata all’omologazione sociale. La condizione di Frank ritorna all’originale, se da una parte in linea con la condotta dei super eroi non viene giudicato dalla collettività, avvalorando così la sua apparizione pubblica, sembra destinato a rinchiudersi su di sé, negandosi una ulteriore trasformazione sovrumana che per sua stessa ammissione era l’unica possibilità per sentirsi vivo. Il regista lo abbandona cinicamente al suo stato immaturo e soprattutto isolato da quel contesto sociale malato e delirante nel quale Saetta Purpurea appariva come una ingiustificata  necessità però amata e idolatrata. Si disinnesca così la carica dirompente del film, riducendone la forza di rottura e di critica nei confronti di riferimenti astratti della sottocultura di massa, sospinta verso derive ideologiche e mistiche sempre più portate a stordire le coscienze in nome di una falsa quiete globale.

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