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Super - Attento crimine!!!

Regia di James Gunn vedi scheda film

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La recensione su Super - Attento crimine!!!

di OGM
8 stelle

Non sempre i sogni sono visioni meravigliose. A volte sono come fumetti disegnati male. Per il povero Frank D’Arbo, uomo medio perseguitato dalla sfortuna e circondato dal disprezzo, l’unica speranza  risiede nella vendetta, sistematica e generalizzata come le forze negative che continuano a accanirsi contro di lui. La fuga della moglie Sarah con uno spacciatore è la classica goccia che fa traboccare il vaso, e genera in Frank una metamorfosi supereroica che, in un individuo inetto come lui, non può essere altro che un velleitario travestimento da improvvisato giustiziere.   Crimson Bolt è un personaggio costruito con un’immaginazione abborracciata, coperto di una tuta rossa cucita alla bell’e meglio, e carico di un’energia primitiva, che colpisce rabbiosamente sbagliando la mira. La sua missione dal presunto carattere divino, indirizzata contro i criminali che popolano i quartieri malfamati, è una furiosa macchietta che si trasforma in una macchina di morte solo nel momento in cui decide di armarsi di una grossa chiave inglese. Le sue azioni, conseguenti a lunghi appostamenti ai bordi delle strade, sono sfoghi patetici, benché micidiali, di una solitudine piena di rancore. La sua fonte di ispirazione è la stupidità che segna con l’accetta il confine tra il bene e il male, e con lo stesso strumento confeziona le sentenze: il suo modello è la figura dello Holy Avenger (il santo vendicatore) che, nelle pagine dei giornalini o negli sketch televisivi, accorre prontamente in difesa dell’innocenza e della moralità, portando un'enorme croce disegnata sul petto, e scatenando i suoi superpoteri contro un diavolo con corna e barbetta. La base della storia è una parodia della lotta tra il bene e il male, che qui appare ridotta ad un mito consumistico: i valori universali sono platealmente sostituiti dai desideri individuali, che diventano tanto più imperiosi quanto più essi rimangono insoddisfatti. A fare di Frank un turbine di spietatezza  è l’egocentrismo del perdente, che si sente creditore del mondo intero, e, al tempo stesso, debitore nei confronti dell’umanità che condivide la sua stessa condizione di vittima. Ad animarlo sono la prepotente temerarietà con cui il disperato si aggrappa agli obiettivi impossibili, e la fede assurda, ma incrollabile, con cui crede in un ruolo che è del tutto fuori dalla sua portata. Il suo delirio non è, però, una follia isolata, perché è contagioso, capace di affascinare in virtù del suo carattere indipendente ed assoluto: la finzione volge in ammaliante magia se è caparbiamente sostenuta contro ogni la ragionevolezza, ed è così che Frank/Crimson Bolt  fa innamorare una ragazza, che si offre di seguirlo nelle sue aberranti imprese. Il tutto avviene in un’atmosfera da favola maciullata dentro il frullatore, nella quale tutto è squallidamente surreale, intriso fino al midollo di uno humour che è troppo radicale e amaro per far ridere. Il politicamente scorretto esplode in una fetida antileggenda kitsch, che scappa da tutte le parti come l’esistenza di colui che vive svogliatamente alla giornata e non si preoccupa della coerenza. La materia è informe e instabile come la regia di un video amatoriale, che perde completamente il controllo sullo stile: la disomogeneità è parte integrante di un discorso che uccide in partenza l’estetica narrativa, sostituendola con un perverso gusto dell’improvvisazione, sia pur impreziosito da singole perle di ironia (I supereroi dei fumetti si annoiano tra una figura e l’altra).  Il raccapriccio è un elemento inserito apparentemente a caso, senza particolare attenzione, come testimonianza di una realtà che non risparmia nulla, e che dissacra a tutto spiano, ma senza seguire nessun particolare programma. Super è un film sguaiatamente beffardo, in cui il sarcasmo segue la strada di un indefinibile impazzimento della fantasia,  che incorpora sia il passo cadenzato del dramma, sia  il ritmo serrato e la cinica durezza dell’action movie. Con quel senso del ridicolo lavato nei liquami dello splatter, è  la faccia miserevole della saga cruenta di chi, cercando la pace, distrugge alla cieca, annegando i dispiaceri in un’orgia di sangue. Ed è – a parte il finale sorprendentemente poetico - un filmaccio volutamente brutto come la mediocrità della vita, impregnato del metallico retrogusto delle frustrazioni senza rimedio.

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