Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Quando la mitologia norrena incontra la space-opera, Shakeaspeare viaggia nel tempo per conversare con Tolkien ed Herbert, incombe Thor, il Dio del Tuono, personaggio creato per la Marvel dal duo Stan Lee e Jack Kirby (con maggior contributo creativo del secondo) nei primi anni '60.
Come poter rendere credibile ed appetibile un semidio, che funzionerebbe perfettamente in un film standalone, nell'universo cinematografico pseudo-realistico di Iron Man e Hulk in vista del crossover Avengers? Trasformare l'irascibile e borioso figlio di Odino in un goffo vagabondo terrestre in cerca del perduto martello fonte dei suoi poteri, il Mjolnir: questa è la condanna da scontare per il caos generato dalle sue azioni temerarie, ma che gli permetterà di innamorarsi della "bella" Jane (Portman) e conoscere i suoi buffi amici. Lo scienziato Eric Selvig (Skarsgaard) e la coetanea Darcy (Dennings) portano i toni sui binari di un'esilarante commedia..in fondo è la ricetta "made in Disney".
Per semplificare le carte in tavola al pubblico di non-fumettari, non poteva mancare lo SHIELD, l'agenzia di servizi segreti anti-terroristica comandata da quel Nick Fury (Jackson) ormai noto ai più, con cameo dell'arciere Occhio di Falco (Jeremy Renner), per la gioia invece dei più “esperti”.
Operazione, in generale, bocciata proprio dai fan, insoddisfatti che il proprio beniamino fosse ridotto a "mero" intrattenimento per famiglie: Thor sembra rivolgersi in particolare al pubblico dei più piccini, rispetto il brillante e donnaiolo Tony Stark. Eppure, il risultato finale, cinematograficamente, è piuttosto gradevole e l'incipit fantasy di ambientazione asgaardiana rende onore alle pagine del fumetto.
Chris Hemsworth è un credibile protagonista, non solo fisicamente, ma è soprattutto la nemesi, l'avido e geloso fratello Loki, impersonato da un fantastico Tom Hiddlestone, a rubargli la scena.
L'Odino di Antony Hopkins sembra una pin up disegnata dal "Re" Kirby in persona, un'efficace CGI (ma non eccelsa, non quanto quella del secondo capitolo) ci accompagna attraverso il Bifrost, il portale magico di accesso ai "Nove Regni" sorvegliato dalla sentinella Heimdall (Elba), il palazzo reale della madre Gea (Rene Russo), difeso dai fedeli guerrieri Sif (Alexander), Ogun (Asano) e Fandal (Dallas), che approdano sul nostro globo in difesa del loro principe in un finale non all'altezza dell'epicità che gli spetterebbe.
Cameo di Stan Lee in una parodia de La Spada nella roccia e scena post-credits che "spoilera" il prologo di Avengers, introducendo il manufatto sacro del cubo cosmico, che rivedremo nel successivo Captain America Il Primo Vendicatore.
Terzo migliore incasso della “Fase 1” pre-Avengers.
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