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When You're Strange

Regia di Tom DiCillo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su When You're Strange

di hallorann
8 stelle

Jim Morrison ai confini del deserto di Hot Springs esce da una macchina incidentata, chiede un autostop, poco dopo è alla guida della macchina, la radio dà notizia della morte a Parigi del leader dei Doors. Fin dall’inizio assistiamo a immagini inedite unite ad altre di concerti, filmini privati e documenti sugli anni sessanta…”cominciati con uno sparo, le lotte per i diritti civili dei neri di Martin Luther King, il pantano del Vietnam e la nascita di un’autentica controcultura incontrollabile per l’establishment”.

Jim Morrison è il primogenito di un ufficiale di marina decorato, legge Nice, Rimbaud e William Blake, è ossessionato da Elvis Presley. Alla scuola di cinema UCLA conosce Ray Manzarek, tastierista di formazione classica. Jim realizzerà un solo film all’UCLA con un voto molto basso, lascia la scuola per trasferirsi a New York. Nel 1965 da un verso di W.Blake “Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo così com’è: infinita” nasce il gruppo THE DOORS con John Densmore alla batteria, Robbie Krieger virtuoso della chitarra acustica a quella elettrica, è sua la prima canzone del gruppo LIGHT MY FIRE, un successo planetario. Al gruppo convincono più i testi poetici che la voce di Jim, al locale Whisky a go go una sera il neocantante non si presenta, lo recuperano pieno di LSD, Jim vuole cantare THE END ma non sanno bene le sue intenzioni. “Father…I wanna kill you…Mother…I wanna fuck you!”, nulla sarà più come prima. In cinque giorni registrano il primo album trainato - non da BREAK ON THROUGH - ma dal pezzo scritto da Krieger che il produttore Paul Rotchild rende più appeal senza la parte strumentale. Ospiti dell’Ed Sullivan Show Jim un anno dopo la nascita ha compiuto la metamorfosi di presentarsi al pubblico in tutto il suo carisma di front leader. I dettagli della sua morte e la presunta leggenda che sia ancora vivo continuano a commentare le sorprendenti immagini on the road di Jim.

“Lo stato d’animo che ho per la maggior parte del tempo è una sensazione di profonda tristezza”. PEOPLE ARE STRANGE canta Jim, “…questa musica è strana…è la musica che piace al diverso, all’emarginato, trascina l’ascoltatore nel magico regno del sogno…”.

Gruppo anomalo fin dalla formazione dei suoi componenti: senza basso Densmore detta il tempo con le sue influenze jazz, Krieger non usa mai il plettro, le sonorità dell’organo di Manzarek “richiamano l’infanzia, un’infanzia inquieta”. Se l’album STRANGE DAYS in copertina “ritrae artisti circensi creando una surreale atmosfera, Morrison è il funambolico trapezista” che si contorce al microfono e per terra, sul palco si muove come uno sciamano che ipnotizza il pubblico dei concerti. “Tutta la nostra musica è simbolica, tra rock ‘n roll e jazz”. Ancora Jim si erge a performer conturbante e sensuale, autodidatta per l’azzeccato look, “poeta del rock pericoloso e intelligente, innocente e profano”.

WAITING FOR THE SUN stroncato dai critici e amato dai fan contiene invece varie perle quali THE UNKNOW SOLDIER. Nel ’68 l’America intanto è radicalmente cambiata, Bob Kennedy invita gli elettori a contribuire al cambiamento anche in politica, morirà ucciso. La registrazione di THE SOFT PARADE (tra le curiosità i primi due brani sono un compromesso vocale e compositivo tra i due idoli di Jim, Elvis e Frank Sinatra) si trascina per undici mesi non solo a causa dei perfezionismi di Rotchild ma soprattutto per i problemi di Jim con l’alcol, egli definisce la sua voce “grido o cantilena malata”, durante il backstage lo vediamo docile e a tratti sopra le righe. Ray dopo una serie di brutti trip non prende più acidi, al contrario dell’amico Jim che appare sempre più esaurito dagli oneri di rockstar. Solo la scrittura (“limpida e pura”) – stimolata dalla fidanzata Pam Courson – lo tengono lontano da certi obblighi, inoltre è un accanito fan del Living Theatre di Julian Beck, “il cambiamento può avvenire solo cambiando tutte le regole".

E' dal vivo che Morrison si fa ricordare per le provocazioni e le stravaganze, dopo un primo arresto per disturbo della quiete pubblica e condotta immorale, a Miami viene accusato anche di oltraggio al pudore. Il processo segnerà in un modo o nell’altro il suo futuro e quello della band che dal vivo diraderanno le performance fino a un crollo fisico dello stesso Jim sul palco. Con l’aiuto di Michael McClure pubblica con grande soddisfazione il primo libro di poesie, l’album MORRISON HOTEL segna un gradito ritorno alle radici del blues. L.A.WOMAN viene registrato in una sola settimana e il barbuto Jim, nella parte centrale rallentata dell’omonima canzone del titolo, anagramma il proprio nome in MR MOJO RISIN. D’accordo con Pam egli lascia gli Stati Uniti e la band per rifugiarsi a Parigi e dedicarsi esclusivamente alla poesia, ma non riesce a liberarsi dalla schiavitù dell’alcol. Una sera di luglio del 1971 muore stroncato da un infarto nella vasca da bagno, ha solo ventisette anni. Muore “un poeta con l’anima intrappolata tra paradiso e inferno, per altri l’ennesima rockstar caduta e bruciata”. Il padre, con il quale Jim e la famiglia tutta aveva rotto i ponti da tanto tempo, ne darà un ritratto perfetto dieci anni dopo la scomparsa: “Mio figlio aveva una genialità unica che ha espresso senza compromessi”.

Il regista indipendente Tom DiCillo costruisce uno straordinario documentario su un grande gruppo rock, il suo profeta e un’epoca irripetibile. Mescola sapientemente e senza retorica materiale mai visto prima in cui appare un Jim Morrison bellissimo, sfrontato, genuino e delicato nel contempo, amava definirsi un poeta come racconta anche Robert Plant, il leader dei Led Zeppelin che una volta viaggiò per caso con lui in aereo. DiCillo abbina THE END alla fine di un sogno con le morti di Bob Kennedy e Martin Luther King, RIDERS ON THE STORM alla fine di un’epoca con la strage di Charles Manson, il Vietnam, le morti di Jimi Hendrix, Janis Joplin e dello stesso Morrison. WHEN WE’RE STRANGE!

 

 

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