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In un mondo migliore

Regia di Susanne Bier vedi scheda film

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La recensione su In un mondo migliore

di marinablu
10 stelle

Bellissimo film, dalla trama cruda che porta a profonde riflessioni.

Il film parla di due ragazzini, Christian orfano di madre e arrabbiato con il mondo, alla continua ricerca di vendetta per tutto ciò che è ingiusto ed Elias, timido, con una personalità fragile e da tempo oggetto di atti di bullismo a scuola, a questi si accompagnano le storie dei loro genitori, il padre di Christian senza forze, dopo la morte della moglie si rende conto che sta perdendo qualsiasi tipo di contatto con il figlio e poi c’è il padre di Elias, un medico che si divide tra la Danimarca (i figli, la casa, la famiglia) e l’Africa (il suo lavoro umanitario, la povertà, la violenza generata dall’ignoranza) dove presta la sua opera per salvare vite umane, una situazione difficile quella della famiglia di Elias perché i genitori stanno per separarsi e quando solo e senza amici Elias incontra Christian, con una personalità forte e che, già così giovane, è stato provato dalla vita,  tra i due nasce un legame strettissimo che li porterà a situazioni estreme…. Elias accondiscendete imparerà da Christian che per non essere oggetto di violenza devi dimostrare di essere tu quello più violento, che se qualcuno ti dà uno schiaffo tu gli fai saltare la macchina in aria….in contrapposizione a tutto ciò c’è il padre di Elias che cerca di impartire loro il sentimento del perdono e il concetto che la violenza genera solo altra violenza, fino a quando anche lui stesso si troverà a fare i conti tra ciò che ritiene giusto e ciò che la natura umana ogni tanto richiede: la “giustizia personale”…e qui sto parlando della scena in assoluto più bella e impressionante del film, quando in Africa lascerà morire massacrato un uomo, capo di una banda locale che per anni ha inflitto assurde violenze alle famiglie e alle donne del luogo, dopo avergli curato una ferita e dopo aver visto che in realtà aveva salvato la vita a un essere meschino che avrebbe continuato a torturare il prossimo (chiunque: amico o nemico) lo lascia alla rabbia della popolazione e impassibile sta a guardare la folla che finalmente ha la possibilità di riscattarsi per i soprusi subiti.   

…E allora mentre le scene si susseguono tra loro, tra l’Africa e la Danimarca con delle riprese ovviamente straordinarie (i posti lo permettono), dove tutti gli attori intrepretano benissimo la loro parte, possiamo far largo alla nostra coscienza e cercare di individuare quella sottilissima linea di confine che separa ciò che viene eticamente ritenuto giusto e ciò che invece è giusto per noi, non sempre le due cose coincidono! Ci sono schiaffi che continuano a bruciare anche dopo averli presi, che vanno ben oltre il mero dolore fisico  ma che generano un ardente desiderio di rivalsa…è giusto stare sempre un gradino in alto? E’ giusto trovarsi sempre nella posizione di non reagire per non abbassarsi al livello di chi ha compiuto il misfatto? Fino a che punto bisogna porgere l’altra guancia? Fino a che punto la nostra coscienza è sedata se non agiamo?  

Un film bellissimo dall’inizio alla fine,  profondamente razionale, che ti impegna a pensare con la testa e a ragionare di pancia.  

 

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