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Qualunquemente

Regia di Giulio Manfredonia vedi scheda film

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La recensione su Qualunquemente

di supadany
6 stelle

VOTO : 6+.
Certamente questo film rimane qualitativamente superiore a molte altre commedie italiane tra le più gettonate degli ultimi anni, ma non è nemmeno che ci si sia sforzati poi troppo nel portare un personaggio televisivo ingombrante su grande schermo.

Così questo (fortunatissimo a livello di numeri) passaggio al cinema non riesce a mantenersi costante in tutta la sua durata, ciò nonostante quando si ride, si ride e duro.

Dopo anni trascorsi all’estero Cetto La Qualunque (Antonio Albanese) fa ritorno, con una nuova moglie appresso, nel suo paese natio dove ad attenderlo c’è il sempre fidato Pino e la famiglia originaria.

Ben presto scoprirà che le sue proprietà, dove l’illegalità imperversa, sono sotto minaccia e allora deciderà di scendere in campo e candidarsi come nuovo sindaco in contrapposizione al più ordinario, e quindi onesto, Giovanni De Santis (Salvatore Cantalupo) per risolvere i propri problemi.

Le cose comunque non vanno benissimo ed allora Cetto, sotto consiglio, ingaggia Jerry (Sergio Rubini), un esperto sugli atteggiamenti da tenere in campagna elettorale.

Servirà comunque più l’imbroglio che la preparazione per portare a casa il successo.

Film che non piacerà affatto a Mario Monti (quindi il film è arrivato giusto in tempo, quando ancora si potevano chiamare “furbi” gli evasori), ma scandendo tonalità grottesche (esagerazioni di fondo, doppi sensi scurrili, cattiverie spregiudicate e visivamente colori decisamente saturi e volutamente eccessivi) riesce a farsi prendere per quello che è, ovvero un’operazione alla ricerca di un umorismo meno corretto del solito (dove si può lasciar per strada una nonnina, uccidere un cane, maltrattare i più deboli in genere) e che non vuole nemmeno prendersi molto sul serio.

Certo dall’accoppiata Manfredonia (regia) Albanese (mattatore a tutto campo), mi sarei aspettato qualche colpo d’ala in più, invece seppur innegabilmente ci sia di che divertirsi, il film arranca in più circostanze (cioè appena manca la battuta vincente si gira subito a vuoto) e la storia, semplice e lineare, ma che comunque copre un campo (la disfida politica e l’imbroglio per interesse personale) ricco di possibilità, rimane imbragliata in semplici coordinate.

Insomma non ci si è poi voluti sbilanciare (o peggio “sbattersi”) troppo, il compitino è eseguito in maniera coerente, ma più che di lavoro completo si vive di gag travolgenti alternate a punti morti sparpagliati in lungo ed in largo.

Complessivamente rimane un prodotto comico poco sopra la sufficienza e non so se questa sia una mezza vittoria o una mezza sconfitta.

Su Giulio Manfredonia

VOTO : 6+.
Regia più che dignitosa visto il genere (le commedie in Italia ultimamente sono spesso realizzate molto peggio), ma da lui mi sarei aspettato maggior estro e più intraprendenza.

Su Antonio Albanese

VOTO : 6/7.
E' praticamente il film.
Il suo personaggio funziona, si divora la scena, strappa parecchie risate, ma paga, almeno in parte, un contesto che procede a ondate.

Su Sergio Rubini

VOTO : 6.
Prova a metterci sostanza, ma non è aiutato.
Insomma il personaggio era interessante, lui era adatto ad interpretarlo, ma poi manca qualcosa.

Su Lorenza Indovina

VOTO : 6.
Poco sollecitata, complessivamente sufficiente.

Su Salvatore Cantalupo

VOTO : 6.
Gli viene chiesto il classico compitino e questo fa.

Su Luigi Maria Burruano

VOTO : S.V.
Partecipazione davvero risicata in termini di minutaggio.

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