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Qualunquemente

Regia di Giulio Manfredonia vedi scheda film

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La recensione su Qualunquemente

di mc 5
6 stelle

Sappiamo bene che non è corretto porre a confronto due film così diversi come "Qualunquemente" e "Che bella giornata", ma ammettiamo che la tentazione è irresistibile al punto da rendere di fatto legittima la comparazione. Dalla quale Albanese esce trionfatore, senza alcun dubbio. Sul piano della recitazione, ma anche su quello della regìa (di Giulio Manfredonia già conoscevamo le qualità). Non ci sono dubbi, questo è un vero film, mentre l'altro era solo un insieme di "figurine" costruite attorno ad una faccia. In "Qualunquemente" tutto è curatissimo: dalle scenografie ai costumi. Il film ha un obbiettivo evidente: sfottere con ferocia tutto un sistema sociale basato sulla prevaricazione e sulla cafonaggine. La missione è compiuta? Apparentemente, alla grande. Anzi togliamo la formula dubitativa e affermiamo di sì. Il problema, semmai, è nello stile. Grottesco e surreale come si conviene ad una satira moderna. Giusto ma...l'eccesso di grottesco determina un dilagare del "sopra le righe" che trasforma un progetto di satira pungente in una farsa un pò squinternata. Attori bravissimi. Un Albanese di straordinaria verve, circondato da spassosissimi caratteristi tra cui primeggia la "maschera" antica del veterano Luigi Maria Burruano. Presenze illustri come un sorprendente Sergio Rubini, simpaticamente inedito nel ruolo più interessante del film, quello di un ambiguo spin-doctor di incerta provenienza geografica. Bravissima anche Lorenza Indovina, mai vista così glamourosamente femminile e perfino sexy. Insomma, l'impatto è quello di una carica di simpatico sfottò che strappa più di un sorriso. Film simpatico, ma oltre il sorriso non si va. A parte il fatto che prendere come emblema del Potere un supercafone fa -appunto- sorridere, perchè chi lo esercita (il Potere) spesso lo fa in modo sofisticato. Ma poi non mi va di approfondire oltre, perchè la tentazione di criticare (anche aspramente) sarebbe forte. E non è giusto che nel mio ragionamento nè Albanese nè il regista Manfredonia fungano da ideali capri espiatori di una deriva del cinema italiano che negli ultimi mesi definirei tragica. Zalone, Brizzi, Veronesi, Albanese...ridere...ridere...ridere...Ammesso e non concesso che si rida veramente, ma possibile che il cinema italiano punti ormai solo a questo?
Voto: 6

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