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The Social Network

Regia di David Fincher vedi scheda film

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La recensione su The Social Network

di alexio350
8 stelle

Mark Zuckerberg sembra un ragazzo come tanti, un po' goffo e impacciato, quando viene lasciato da una ragazza davanti a un boccale di birra e si rifugia in camera sua (peraltro nel Campus della prestigiosa università di Harvard) per sfogarsi in rete contro di lei. In realtà, Zuckerberg è un genietto in erba che in passato ha già combinato qualcosa di buono nel campo dell'informatica, e ora è a un passo da Facebook, una delle invenzioni del secolo capace di rivoluzionare la vita (perlomeno virtuale) di milioni di persone. Ma dietro l'invenzione - che tra l'altro lo renderà milionario - si nascondono anche dei dispiaceri, e il giovane dovrà affrontare le cause legali dei canoisti di buona famiglia che lo accusano di avergli soffiato l'invenzione; del vecchio socio che poi è stato estromesso dal progetto e così via.  

 

David Fincher si conferma un regista di razza nel racconto appassionato (e appassionante) del creatore di Facebook - mostrando come dietro una vita "normale" si possa nascondere l'estro per scoprire qualcosa di nuovo. Dietro Zuckerberg - ragazzo ordinario e al contempo eccezionale, il cui talento per la creazione lo porta ad avere verso la realtà esterna un atteggiamento tra il partecipe e il trasognato - c'è la vera spinta della giovinezza; quell'energia che, se incanalata verso un progetto concreto, può portare alla realizzazione di grandi cose. E tra feste e lunghe soste al computer, risulta implicita la riflessione sull'importanza delle nuove tecnologie nella vita dei giovani - di come un affidamento a queste tecnologie possa partire da una frustrazione nei confronti della realtà concreta, e spesso nei confronti dell'altro sesso. Questo risulta significativo a partire dallo stesso Zuckerberg, che appena scaricato dalla fidanzata si attacca al portatile per cercare una rivalsa se non una scappatoia dal proprio insuccesso. I vantaggi ma anche l'alienazione a cui tutta questa virtualità può portare rimane tema da affrontare in altra sede. Unendo invece la biografia e la rappresentazione di quella che può essere considerata la più vivace gioventù di oggi (americana e no) Fincher trova la chiave di un film riuscito.

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