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Il cigno nero

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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La recensione su Il cigno nero

di Gangs 87
8 stelle

La passione lacera l'anima, la sviscera dal corpo di un essere umano, scinde la purezza e la perversione e le mette in lotta, l'una contro l'altra, in una battaglia morbosa dall'esito sconvolgente.
Perchè quando la passione si impossessa di una persona, di una donna, è capace di superare i limiti della razionalità e di portarti a diventare ciò che neanche lontanamente riuscivi ad immaginare.
Nina (N.Portman), la sua passione, tutta quella che ha, la mette nella danza a tal punto da annullare la sua natura per permettere una metamorfosi sconvolgente e irrimediabile che conduce verso un buco troppo nero da cui, poi, riemergere.
Darren Aronofsky mette in scena un film intenso e travolgente in cui gli specchi giocano un ruolo allettante stravolgendo la teoria che "Gli occhi sono lo specchio dell'anima" fa in modo che gli specchi siano l'unico modo attraverso cui si manifesta l'anima nera inizialmente rappresentata da un misurato connubio di luci e ombre. Da notare come il viso di Nina sia sempre in luce a differenza, magari del volto di Thomas (V. cassell) illuminato, quasi sempre, solo per metà o la stessa casa di Nina sempre buia o poco illuminata , tranne la sua camera lascita baciare dalla luce del sole e racchiusa dal buio alla fine quando l'anima nera prevarrà sull'anima bianca. Successivamente, le luci e e le ombre, si lasciano predominare, ma non annullare, dai colori: nero, il "male", e bianco, il "bene". I vestiti di Nina, sempre candidi e chiari in netto contrasto con il vestiario degli altri protagonisti, sempre scuri: Beth, Lily, Thomas,la stessa madre.
Rilevante anche la casa di Thomas dove il bianco e il nero fanno da padroni.
Natalie Portman è di una bravura spiazzante. Crea una simbiodi perfetta con Nina riuscendo ad estrapolare e mettere in atto, in modo magistrale, la perdizione dell'anima, capace, anche solo con gli occhi, di trasmettere lo stato d'animo predominante.
Nella scena finale è talmente coinvolgente da indurti, quando appare lo schermo bianco, simbolo del ritorno alla purezza, ad unirti alla platea filmica per regalarle uno scrosciante e straziante applauso.

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