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Universal Soldier. Regeneration

Regia di John Hyams vedi scheda film

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La recensione su Universal Soldier. Regeneration

di Dom Cobb
6 stelle

Van Damme, assieme a Steven Seagal e Wesley Snipes, nel corso degli anni è man mano precipitato nel "sottobosco" del genere DTV (Direct To Video), con una produzione comunque costante di film, soprattutto nell'Europa dell'est, dove i costi di produzione sono più bassi (ma anche i già citati Seagal e Snipes, se è per questo, hanno trovato "ospitalità artistica" in questi paesi). Per Van Damme, dopo il notevole exploit di "JCVD", questo suo lavoro successivo rappresenta una piacevole sorpresa, partendo sempre dal presupposto, come già detto prima, che si tratta di un prodotto pensato specialmente per il piccolo schermo. Con "Regenaration" l'attore belga torna al franchise che lo ha reso celebre: quello degli Universal Soldier, i soldati tenuti in criostasi - nonchè letali combattenti - già al centro vent'anni fa del film di fanta-azione girato da Roland Emmerich (in Italia intitolato "I Nuovi Eroi"). Quello che colpisce in "Regeneration" è la professionale opera di aggiornamento radicale che è stato fatta alla saga anche rispetto al film originale (qualcuno lo definirebbe un reboot, termine tanto di moda in questo periodo). Il film parte con il rapimento dei figli del presidente della Russia da parte dei separatisti dell'immaginario stato del Pasalan (penso un riferimento ai separatisti ceceni), che li tengono in ostaggio all'interno della centrale di Chernobyl, dove si svolge la maggior parte del film; le squadre speciali vengono respinte e anche gli Universal Soldier vengono sterminati da "soldato universale" di ultima generazione in mano ai separatisti. Il comando militare non avrà altra scelta che inviare in missione il vecchio Unisol Luc Deveraux (Van Damme). Come dicevo, sono diverse le sorprese che il film riserva, prima tra tutte la professionalità nella messa in scena e la mano del regista, superiori alla media dei prodotti del genere: il regista John Hyams già nel prologo parte con un improvviso, violento tamponamento, il quale fa scattare il sequestro di persona e un inseguimento in auto teso e forsennato. Ma Hyams gira tutte le sequenze d'azione con un buon senso dello spazio e del ritmo, tenedo la macchina da presa ferma ed evitando movimenti e stacchi continui. Hyams, se possibile, ha già basi solide essendo il figlio del veterano Peter Hyams, artigiano di larga esperienza  ed autore di due (riusciti) film dello stesso Van Damme: "Timecop" e "Sudden Death". Hyams (padre) oltre che regista si è sempre occupato anche della fotografia dei suoi film e, nel caso di "Regeneration", coadiuva il lavoro del figlio proprio con la mansione di direttore della fotografia, scegliendo dei torni freddi e cupi per mostrare il senso di abbandono e di morte che aleggiano su Chernobyl. Un'altra sorpresa è proprio Van Damme, il quale, pur essendo protagonista, va in scena per un minutaggio più contenuto, facendosi vedere soprattutto nella seconda parte di film e dando vita ad un personaggio con forti sentori di squilibrio psichico, in cura da una psichiatra per un'impossibile riabilitazione alla vita normale, ma che perde del tutto la propria umanità una volta catturato dai militari e rimesso in servizio come una sorta di "soldato-robot" (o meglio, di "soldato-zombie"). Torna in scena anche Dolph Lundgren nel ruolo del sergente Andrew Scott, "cattivo" del primo film della saga: come per Van Damme, anche Lundgren dimostra di essere in forma e di recitare in un ruolo d'azione che è nelle proprie corde, dando vita proprio con il belga a scene di combattimento cattive e concitate. John Hyams, del resto, si approccia al film mantenendo un tono il più possibile serio ed evitando tutte quelle classiche "tamarragini" ironiche tendenzialmente presenti in altre pellicole del genere: ne consegue che "Regeneration" è un film feroce e brutale - di sicuro molto di più dei prodotti mainstream ad alto budget pensati per il grande pubblico delle sale - caratterizzato da un'atmosfera mortifera e pessimista ed oltretutto privo di un vero happy end. In conclusione, "Regeneration" è un prodotto realizzato con professionalitàsicuramente godibile per gli appassionati del genere.

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