Espandi menu
cerca
Poetry

Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film

Recensioni

L'autore

ethan

ethan

Iscritto dal 21 luglio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 162
  • Post -
  • Recensioni 1602
  • Playlist 7
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Poetry

di ethan
5 stelle

Mi-Ja (Yoon Yeong-hee) è una donna sudcoreana vicina alla settantina ma ancora molto attiva: fa da badante ad un anziano semi-infermo, ma con ancora delle 'pretese', vive e si occupa anche del nipote adolescente, dato che la madre è via per impegni di lavoro e si iscrive ad un corso per imparare a comporre poesie. Due eventi però scuotono la sua esistenza: il cadavere di una ragazza viene trovato in un fiume e pare che sia implicato il nipote e la sua memoria inizia a fare cilecca...

'Poetry' è diretto dal poliedrico Lee Chang-dong, esordiente al cinema ad oltre quarant'anni e, precedentemente, insegnante di lettere e romanziere e addirittura, dopo 'Oasis', anche politico con l'incarico di Ministro della Cultura e del Turismo: al momento il film in questione è l'ultimo da lui diretto (e scritto) e nel 2010 ottenne il premio a Cannes per la migliore sceneggiatura.

Sebbene abbia ricevuto tale prestigioso riconoscimento, 'Poetry' è da ritenersi un film non riuscito, sia per la troppa 'carne al fuoco' che l'autore mette nel plot, con temi come l'indipendenza e l'intraprendenza nonostante l'età avanzata, la malattia, la perdita della memoria e quindi dei propri ricordi ed il rifugio nella poesia come tentativo estremo di conservarli, per arrivare a elementi da thriller come l'omicidio-suicidio, sia per i troppi momenti di pausa che si ripetono nella (spropositata) durata del film e specie per, ironia della sorte, la mancanza di quel tocco poetico-onirico che l'autore aveva dimostrato nel ben più corposo 'Oasis', di gran lunga superiore. Lee alterna qualche scena indovinata, come nell'incipit, con il corpo della ragazza che affiora nel corso d'acqua o  quella 'estrema' e coraggiosa di intimità tra i due anziani, ad un andamento generale segnato da più cadute nel lacrimevole e nel pietistico.

Da apprezzare invece il ritratto a 360° di Mi-Ja, donna irriducibile, reso dalla straordinaria attrice veterana (al suo attivo una carriera lunghissima e 189 titoli al suo attivo!) Yoon Yeong-hee (8), secondo il mio modesto parere, di sicuro più meritevole di un premio del suo regista nella rassegna cannense, visti i tanti allori conseguiti in giro per il mondo.

Voto: 6-- (v.o.s.).

Non  oso pensare cos'abbiano 'combinato' con il doppiaggio, dato che, in genere, i film orientali ne escono massacrati!

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati