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Siamo quello che mangiamo

Regia di Jorge Michel Grau vedi scheda film

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La recensione su Siamo quello che mangiamo

di Maciknight
4 stelle

E’ la storia di una famiglia messicana di mentecatti dediti al cannibalismo, privi di qualsiasi remora morale grazie al ricorso ad un alibi di tipo “rituale” che ripetono come un mantra e spersonalizzando le vittime, che diventano oggetti, indicati infatti come “qualcosa”, come si suol dire indicando l’esigenza di cibarsi: “sei andato a prendere qualcosa?”. Il rituale dovrebbe, secondo le loro effimere ed ipocrite convinzioni, risolvere ogni loro problema, della serie il fine giustifica i mezzi. Alla morte del padre, probabilmente a causa di qualche ripercussione sanitaria della loro alimentazione, dovrebbe subentrare il maggiore dei figli nella conduzione dell’”impresa famigliare”, ma ha delle difficoltà di carattere (non scrupoli ma ambiguità sessuali e comportamentali), il secondo è un impulsivo primitivo (tutta la famiglia è ferma culturalmente ed evolutivamente al paleolitico, solo apparentemente sembrano civilizzati), la madre poi non parliamone, da internare all’istante con un trattamento sanitario obbligatorio. L’unica che sembra dotata intellettualmente è la sorella, la più pericolosa della famiglia, come infatti emergerà alla fine. I componenti la famiglia risultano essere primitivi, rozzi, maldestri, stolti, decerebrati, ecc., probabilmente a causa del cervello intossicato ed atrofizzato dalla malsana alimentazione, ma secondo la trama del film, a mio avviso piuttosto forzata, sarebbero riusciti per decenni a praticare le loro abitudini predatorie cannibalistiche, nonostante la stupidità conclamata di ogni loro membro maschile attivo, a meno che il padre fosse un genio del male, una specie di superpredatore, cosa di cui è legittimo dubitare. L’altra spiegazione di sottofondo è che trattandosi del Messico, in una grande città messicana, con la polizia corrotta, pigra, incapace, stupida (come lo stesso film rivelerà), con un minimo di fortuna ed accortezza forse qualche omicidio può rimanere impunito, ma maldestri, imbranati e stolti come sono i protagonisti li avrebbero catturati e/o uccisi in qualsiasi luogo al mondo, anche il meno organizzato e privo di forze dell’ordine, nel senso che ci avrebbero pensato gli abitanti ad individuarli, senza particolari difficoltà. In conclusione, e scusatemi il gioco di parole, il film è indigesto!

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