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La scomparsa di Alice Creed

Regia di J Blakeson vedi scheda film

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La recensione su La scomparsa di Alice Creed

di supadany
8 stelle

Tre personaggi, una manciata di (non) luoghi, per un “rapimento e riscatto” movie con parecchie implicazioni, soprattutto legate alle personalità coinvolte, che sa accrescersi lungo il suo corso e trovare sempre nuovi spunti per quanto alcune situazioni siano obiettivamente un po’ forzate (o quanto meno superficiali).

Vic (Eddie Marsan) e Danny (Martin Compston) sono due ex galeotti che organizzano il rapimento di Alice Creed (Gemma Artenton) per poter cambiare vita insieme con i soldi del riscatto.

Tra di loro però ci sono dei segreti che metteranno a serio rischio la riuscita del piano, tanto più visto che la ragazza non accetta di fare la vittima designata.

 

 

Pronti via e si entra subito nel pieno della vicenda con la glaciale preparazione del piano, fatta di azioni metodiche e precise, per poi impennarsi con il rapimento vero e proprio che non concede sconti allo sguardo ed alla paura della vittima (e di chi ci si immedesima).

Ma poi da lì il film riesce ad aggiungere nel suo corso parecchi elementi che vanno oltre, che mettono in dubbio alcune prese di posizione, con un costante mutamento della personalità forte, mantenendo un cospicuo grado di tensione, lasciando più di un dubbio.

Tutto ciò continua fino agli atti conclusivi con un finale che trova un soddisfacente equilibrio tra crudeltà (che ad un certo punto pare possa arrivare a livelli ancora più elevati) e speranza, mantenendo in discussione i destini dei tre protagonisti fino all’ultimo anche se personalmente avrei evitato la sequenza di chiusura che sembra forzata, per non dire proprio improbabile (a che futuro può portare?), oltre che eticamente forse anche in linea con alcuni pensieri precedenti, ma comunque discutibile.

Buona parte della riuscita del film è in ogni caso da attribuire agli interpreti; Eddie Marsan passa dal glaciale al tormentato mantenendo un’alta credibilità, Gemma Artenton è spremuta fino all’osso (scelta del ruolo da parte sua a dir poco coraggiosa) e Martin Compston riesce a stare al passo dei due colleghi denotando discrete capacità.

Un bel thriller che, a parte qualche superficialità (è un rapimento, la soggettiva si concentra sui tre, ma alcuni sviluppi, come il ricevimento del riscatto ad esempio, appaiono un po’ semplicistici), si mostra nudo e crudo su più fronti, tenendo col fiato sospeso, stimolando pensieri e sospetti su quanto possa accadere nella scena successiva.

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