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Kaboom

Regia di Gregg Araki vedi scheda film

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La recensione su Kaboom

di EightAndHalf
6 stelle

Piccoli rivoli di genuina follia, nell'ultimo adorabile Kaboom di Gregg Araki: un coloratissimo ritratto di una gioventù gioiosamente disinibita in cui la perversione non sta di casa e in cui quello che interessa è condurre amicizie e rapporti all'insegna dell'allegria più sfrenata senza prurigine né voglie autodistruttive. Il microcosmo creato da Araki, che qui rivela in definitiva il suo totale disinteresse nei confronti della gratuita provocazione, è assai diverso da quello che poteva essere il teen-world di alcuni suoi film del passato, quali Totally F***ed Up o simili: pochi genitori, niente malattie sessualmente trasmissibili, niente realtà (un tempo rielaborata dallo sguardo irriverente del regista), solo pura joie de vivre saggiamente affiancata a una trama thriller sempre più assurda e sempre più ricca di raffinatissimo nonsense. Inutile poi dire che con i protagonisti, sfegatati e irrinunciabilmente pansessuali, si crea un rapporto di totale vicinanza e empatia, il che procura a Kaboom una marcia in più verso l'assoluta originalità. 
Per capire il senso del titolo bisogna aspettare la fine del film, certo, ma già la sua estetica sarebbe sintetizzabile in un'esplosione al neon di colori, di tonalità accese e assolutamente patinate (al confine pericoloso con il kitsch), che da un lato limitano il film e lo rendono talmente bislacco da relegarlo a un suo particolare genere, quello di teen-movie da prendere o lasciare, e dall'altro definiscono uno stile registico svagato e allegro, che lascia intravedere non solo vivacità e simpatica velleità, ma anche interesse nei confronti di un'umanità che sembra la continua parodia di se stessa. Le scene più o meno erotiche arrivano inaspettatamente (e spessissimo), le scene oniriche si ripetono mischiando bizzarrie a superficiale inquietudine, e i personaggi si dispongono di fronte alla cinepresa sorridenti, ripuliti, privati da qualunque problema se non da uno studio assolutamente invisibile e solo nominato e da un grande giallo che andrà a rivelare segreti inconfessabili sempre più apocalittici. La trama è praticamente irraccontabile, e sulla gestione delle numerose trovate (che non sono altro che una successione altrettanto dinisibita di twist neanche tanto pensati) non si può dire nulla: Araki ha una grazia e una paradossale eleganza, che rende l'esagerato assolutamente compatibile con lo spettatore (specie giovane, capace di identificarsi con i protagonisti) e l'assurdo qualcosa di accettabile e spensierato; mentre sull'utilità certo è bene non stare a disquisire, ché il film è un semplice divertissement totalmente fine a se stesso. In conclusione, è sicuramente uno stacco dalla realtà di un'ora e ventidue, che della realtà non dice nulla e delle giovani generazioni neanche, con omosessualità e esperienze sessuali allegate, ma che sa gioire dei suoi personaggi e divertire praticamente con un nulla che è poi una gustosissima confezione strampalata e coloratissima. Piuttosto che dire qualcosa, si ride su qualcosa: sette, società segrete, amori omo/etero/bisessuali, college, massimi sistemi, relazioni familiari, religione, siti web, omicidi e stregoneria, in un calderone indiscriminato di brio irrisorio e invidiabile, che coraggiosamente finisce con un piccolo grande kaboom senza finale spettacolare, totalmente all'improvviso e in maniera splendidamente inutile. Sì, il cinema è anche questo.

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