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Parto col folle

Regia di Todd Phillips vedi scheda film

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La recensione su Parto col folle

di FilmTv Rivista
2 stelle

Ok, il cinema a volte può insegnarti qualcosa. Una di queste è non dar retta a Zach Galifianakis prima di una scadenza importante. Che sia un matrimonio o la nascita del tuo primogenito, non accettate un superalcolico da lui prima di Una notte da leoni né scambiateci due parole (e una valigia) in aeroporto. Lui, «che fa ridere perché è ciccione» (ogni tanto il doppiaggio italiano ha intuizioni geniali), qui è un attore vezzoso e vizioso che “sequestra” Robert Downey Jr., professionista rampante che deve tornare dalla moglie incinta, per un on the road sconclusionato e doloroso. Nel senso letterale del termine, visto che Downey Jr., dopo uno scorrettissimo pugno nello stomaco a un bambino dispettoso, non fa che prenderle di santa ragione, a partire da un operatore allo sportello disabile ma campione di autodifesa, passando per un paio di incidenti automobilistici acrobatici (il secondo, con un prefabbricato trainato in autostrada, è geniale) e finendo con il rocambolesco ritorno a casa. Il problema, però, è che Todd Phillips sembra più quello macchinoso, volenteroso e poco brillante di Starsky & Hutch che il demenziale fenomeno della comicità di Una notte da leoni. Si ritrova per le mani un cast sopraffino che utilizza poco e spesso maluccio - Michelle Monaghan, moglie comprensiva, è il solito meraviglioso soprammobile, Jamie Foxx e Juliette Lewis sono buttati lì in un paio di scene gustose che lasciano, però, insoddisfatti per la loro brevità -, le battute e la comicità di situazione spesso risultano forzate. Anche perché Downey Jr. sembra costantemente fuori parte, convinto - lui, ma forse anche il regista - che basti la sua bella faccia da maschio sgualcito e attore consumato (in tutti i sensi) per fare il personaggio. E così Galifianakis si butta spesso addosso il peso del film insieme al suo cane e a una colonna sonora poco omogenea ma con buoni pezzi di repertorio (Cream, Ice Cube, Rod Stewart, Cowboy Junkies). Con risultati altalenanti. Si ride troppo poco, si rimane delusi troppo spesso. Poteva essere un gioiello, è solo bigiotteria.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 4 del 2011

Autore: Boris Sollazzo

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