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Caterpillar

Regia di Koji Wakamatsu vedi scheda film

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La recensione su Caterpillar

di kikisan
6 stelle

Giappone anni 40. 
Tadashi (Keigo Kasuya) - reduce dalla guerra contro la Cina - torna a casa in un piccolo villaggio rurale, carico di decorazioni: è un eroe. Purtroppo il suo corpo è rimasto orribilmente mutilato: è privo di gambe e braccia, il suo volto è per metà ustionato, non riesce a parlare e probabilmente è anche sordo. Gli abitanti del villaggio, per lo più vecchi,donne e bambini (tutti gli uomini abili sono partiti per il fronte), accolgono con tutti gli onori questo eroe di guerra: esempio fulgido di dedizione e obbedienza alla patria ed all'imperatore. Ad accoglierlo vi è anche l'interdetta moglie Shigeko (Shinobu Terajima), la quale è subito riluttante a riaccogliere in casa il mutilato marito, ma attratta dal denaro della pensione di guerra e dagli onori a lui tributati, acconsente a prendersi cura di Tadashi.
Un flashback quasi all'inizio del film non ci mostra Tadashi che compie azioni eroiche, bensì lo vediamo mentre sta stuprando ed uccidendo una giovane cinese. Un altro successivo flashback ci mostra Tadashi in versione familiare pre-bellica: un uomo violento, alcolizzato che picchia Shigeko soprattutto per la sua impossibilità di dargli un figlio.
Superato lo choc iniziale Shigeko inizia a prendersi cura di Tadashi: lo lava, lo nutre, fa sesso con lui (l'uomo sessualmente funziona ancora);
tutte le volte che la donna sta per raggiungere il limite della sopportazione, questa si consola osservando le medaglie, la divisa del marito, l'articolo di giornale che parla delle sue gesta, la foto dell'imperatore giapponese. Per ragioni diametralmente opposte anche Tadashi osserva le stesse cose mentre si sta rendendo conto della sua miserabile condizione fisica.
La situazione sopra descritta andrà avanti fino al termine della guerra...
La stupidità della guerra vista con gli occhi di chi rimane a casa; l'orgoglio nazionalista che pervade gli animi ed i sentimenti di modesti contadini che cercano di fare del loro meglio per assecondare l'istinto imperialista giapponese.
Shigeko trova conforto dalla sua valle di lacrime mostrando a tutto il contado il corpo (o quello che rimane) del suo eroico marito; veste il torso di Tadashi con la divisa con le medaglie appuntate, lo carica su un grottesco carretto e lo porta in giro per mostrarlo a tutti. Ogni persona incontrata mostra deferenza nei confronti dell'uomo (lo chiamano "dio della guerra") e della sua devota moglie. Tra le mura domestiche la situazione cambia: Tadashi è ormai diventato una specie di insetto (dorme, mangia, scopa) e Shigeko sopporta sempre più malvolentieri la situazione. Forse un rigurgito di rimorso per le nefandezze compiute in guerra si fa largo nell'anima di Tadashi, ma la situazione rimarrà pressochè uguale e ripetitiva fino alla resa bellica del Giappone.
Il settantacinquenne Koji Wakamatsu che gli spettatori di "Fuori Orario" conoscono molto bene per alcune pellicole erotico-violente di fine anni 60 (Pinky Violence) tra cui "Su Su per la seconda volta vergine", "Embrione", "Angeli violati" non si discosta molto dallo stile di quei tempi: alterna immagini di repertorio alla narrazione del film e l'erotismo è sempre latente per quanto sgradevole. La figura di Tadashi ricorda un po' l'uomo insetto presente nel film sull'11 settembre nel segmento di Shoei Imamura. La misericordiosa Shigeko (almeno dal punto di vista sessuale) ricorda l'infermiera protagonista del bellissimo "Akai Tenshi" (Nuda per un pugno di eroi) di Yasuzo Masumura. L'interpretazione dei due protagonisti è notevole; Shinobu Terajima vincerà per questo film l'Orso d'oro a Berlino come migliore attrice protagonista. Sinceramente dopo aver visto di Wakamatsu il precedente "United Red Army" (capolavoro assoluto) mi aspettavo qualcosa di meglio da questo film che ha dalla sua parte una breve durata (85 minuti); questa volta il "pugno nello stomaco" non ha colpito in pieno il bersaglio. Tratto da un racconto di Edogawa Rampo.  

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