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L'uomo nell'ombra

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su L'uomo nell'ombra

di AgentCooper
8 stelle

"Io non so nulla di politica" dice il nostro ghostwriter alla domanda se avesse votato o meno Adam Lang (ex primo ministro inglese) alle scorse elezioni politiche. Il fato vuole che a questo scrittore (verrebbe da dire da quattro soldi) viene offerta un'opportunità non da poco: terminare la biografia di Adam Lang, quel politico di cui parlava prima col suo agente. Avrete notato che fino a qui non ho citato il nome del protagonista, non perchè me lo sia scordato ma proprio perchè non viene mai nominato nel corso del film. Chiunque così può immedesimarsi al meglio nella vicenda di un signor nessuno alle prese con un qualcosa più grande di lui.
Chiariamo subito un punto, la vicenda non è delle più originali, si sente molto l'influenza di Hitchcock, Wilder o per restare in tema di Polanski stesso. Ciò che fa emergere questo film dalla marea di thriller tutti uguali è la precisione chirurgica con cui Polanski mette in scena il racconto di Harris: luoghi, personaggi, dettagli, fotografia, dal punto di vista tecnico non c'è nulla fuori posto.

Anche se abbozzato circa 10 anni prima il romanzo di Harris trae spunto notevolmente dalle vicende di Blair che lo vogliono presunto colpevole di crimini di guerra. E qui ci sorge una domanda: che effetto fa, per un uomo di potere essere rilegato in una prigione come la propria casa? Trovarsi improvvisamente odiato, con i media che ti tartassano di continuo senza possibilità di difesa? Cosa si prova a dover falsificare la propria immagine in favore di equilibri più grandi di noi? Noi signori nessuno non ce lo chiediamo ma sono domande a cui il nostro ghostwriter tenta di rispondere. Ciò che non sa è che quel romanzo autobiografico lo sta pian piano portando verso strade dove non può tornare indietro.

Riguardo al manoscritto è giusto parlare di un personaggio vero e proprio anche se costituito da pagine ed inchiostro e non da carne ed ossa. E' lui al centro della vicenda, addirittura blindato all'interno di un cassetto la prima stesura del romanzo non può essere portata fuori dalla dimora del signor Lang. Si può dire che il personaggio del defunto Mike (lui almeno aveva un nome) parli attraverso il romanzo e semini indizi indispensabili al nostro protagonista. Ricorda, in effetti un po' l'incipit di "Viale del Tramonto" di Billy Wilder dove a raccontare la storia è proprio il protagonista ritrovato morto all'inizio del film. E' importante inoltre soffermarci sulla casa di Lang.Il luogo dov'è situata è una spiaggia impervia su un isola. Doppio (perdonatemi il gioco di parole) isolamento necessario al politico incriminato per riflettere sul da farsi e soprattutto per stare lontano da quei riflettori diventati così bollenti. Non bisogna trascurare (come succede nei thriller migliori) i personaggi secondari: qui abbiamo la moglie di Adam, Ruth. Ambiziosa ma meno carismatica del marito vive relegata apparentemente come immagine riflessa del marito (potremmo dire la sua ombra).

Ipnotico dall'inizio alla fine l'Uomo nell'ombra pur avendo dei piccoli cali dal punto di vista della sceneggiatura presenta comunque una vicenda interessante che saprà inchiodare lo spettatore dall'inizio alla fine. Questo perchè dietro le quinte c'è anche una colonna sonora di tutto rispetto che riesce a contribuire a rendere il tutto più cupo e angoscioso. Da vedere dunque perchè Polanski riesce non solo ad intrattenere ma contribuisce anche nelle sue opere minori ad interrogare lo spettatore. E questo non è poco.

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