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L'uomo nell'ombra

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su L'uomo nell'ombra

di superficie 213
10 stelle

Polanski e' uno di quei registi che ha rivoluzionato la concezione dei generi , il suo Rosemary's Baby sposto' la critica colta verso l'horror dandogli cosi'  la giusta consacrazione e con il capolavoro L'Inquilino del Terzo Piano ha portato tanta gente verso il surreale ed il grottesco , senza mia sporcarsi le mani con concessione al business.
Dopo il deludente Oliver Twist - per chi scrive il suo peggior lavoro -  speravo che il geniaccio franco-polacco tirasse fuori qualche gioiello dal cilindro.
Fortunatamente il maestro non ha deluso le mie aspettative.
Polanski mette in scena uno spy-thriller inchiodato nel presente , che prende in prestito riferimenti dall'attualita' per trasportarli in un mondo immaginario che ha poco di "falso" e che si tinge di verita' ogni secondo che passa.
Impossibile non rimanere affascinati dalla costruzione narrativa , tutto gira benissimo , i personaggi sono calibrati a dovere e la macchina da presa li tallona per poi perdersi" in quadri bellissimi che s,mbrano uscire direttamente da una mostra di arte astratta.
La storia e'  "classica" - nella concezione piu' positiva del termine - , deve qualcosa ai noir del periodo d'oro hollywoodiano , ma Polanski la instilla di modernita' attraverso l'uso perfetto della fotografia e grazie all' "eccellenza" di tutto il reparto tecnico che lavoro in modo assolutamente fantastico.
La regia poi e' qualcosa di incredibile i tempi sono dilatati , le scene hanno un'aria che ormai sempre meno si vede su grande schermo e nel complesso ogni inquadratura e' perfettamente dosata.
Non ci sono tempi morti , il film scorre senza nessuni intoppo , gli attori sono eccezionali - sia McGregor nel ruolo del ghost writer , sia un incredibile Brosnan in quello dell'ex primo ministro inglese - ed alla fine si ha la sensazione di aver assisito al vero Cinema , quello che ormai sempre piu' viene cancellato da effetti speciali "mangia-tutto" e da produzioni fasulle e mirate al successo esclusivamente commerciale.
Qui invece non si ha paura di presentare un protagonista antipatico , un po' stupidotto che quando "scopre" la propria  integrita'  non riesce a farne un uso corretto.
Stupendo poi il finale fuori campo, che riconcilia sempre piu' con la settima arte.
Un ritorno di altissimo livello per uno dei maggiori autori di sempre.

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