Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Inizio lento che prosegue in un crescendo vertiginoso di tensione, paranoia, dubbi angosciosi, sospetti e intuizioni che si avvicinano sempre più pericolosamente alla verità. Costruita con sapiente maestria, fantapolitica mista a giallo classico, la storia riecheggia il grande Hitchcook, per lo stile rigoroso, asciutto della messa in scena, la doppiezza e l’ambiguità di alcuni personaggi principali, la breve apparizione di un paio di figure secondarie ma di effetto (Eli Wallach, Wilkinson), e l’atmosfera rarefatta ma inquieta (acuita dai colori freddi della fotografia) che crea l’illusione di guardare veramente un film del regista inglese.
Ewan McGregor come James Stewart, uomo qualunque (anonimo dall’inizio alla fine, un vero “fantasma” senza nome) tranquillo, ordinario, coinvolto in una situazione spiazzante e straordinariamente minacciosa, più grande di lui e da cui non è detto che sappia come uscirne.
Un incubo che trasuda realtà.
Meravigliosamente in parte. Come sempre. Qualunque sia il ruolo, lui è perfetto, scompare nel personaggio e trasmette l'impressione di vivere realmente le vicissitudini in cui la storia lo coinvolge. In questo giallo hitchcookiano ricorda molto lo spaesamento tipico di James Stewart, e anche lui è stretto in una morsa che non sembra mollare la presa, circondato da due donne "vertiginosamente" ambigue, potenzialmente pericolose da cui stare possibilmente e (saggiamente) lontano.
Mi ha stupito! Non l'ho mai amato molto come interprete, ma questa volta è riuscito ad essere convincente e a dare delle sfumature al suo personaggio di burattino/burattinaio, vittima di se stesso. Alla fine si è indecisi se odiarlo o compatirlo...
Niente vezzi da Samantha in Sex and the City (tranne per qualche ancheggiamento compiaciuto), ma l'efficienza della segretaria perfetta. La sua ultima battuta nel finale, pronunciata con quasi annoiata nonchalance, da il via allo spiazzante colpo di scena.
Bravissima e spietata, una vera campionessa della dissimulazione e del doppiogioco.
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