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L'uomo nell'ombra

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su L'uomo nell'ombra

di michemar
8 stelle

Sono forse 50 anni che vado a cinema e quando ero giovanissimo questo tipo di film era definito “filmone americano”, in quanto era parecchio diverso dai film italiani che vedevamo a quei tempi. E’ il primo pensiero che mi è venuto ieri sera guardando l’opera di Polanski: investimento di mezzi finanziari, recitazione, musica, inquadrature, ritmo, suspense. Questo regista ci ha fatto spesso trepidare nelle sue storie, fatte di intrighi (molte volte internazionali), misteri, personaggi attoniti, rapimenti e altri ingredienti tipici dei thriller (vedi FRANTIC). In altre occasioni invece il racconto era più introspettivo, psicologico, più rivolto al carattere intimo dei personaggi (vedi IL PIANISTA).

Il film ti prende e due ore passano veloci, perché la trama è fitta di avvenimenti e sorprese e lo spettatore non si fa distrarre. Forse Pierce Brosnan è troppo belloccio per il suo personaggio, non si vedono mai primi ministri così attraenti in giro, neanche se il film si volesse riferire, come sembra, a Blair: difatti quest’ultimo non è un brutto uomo, ma neanche un adone! Inoltre questo primo ministro viene presentato, oltre che donnaiolo, fanatico e presuntuoso,  come un fantoccio in mano ad altri ben più potenti, manipolato ed utilizzato per scopi più grandi di lui. Sicuramente succede anche questo nelle democrazie(?) del mondo occidentale e non solo. Mi chiedo se ci sia anche in Italia un regista di tale livello che possa distruggere la figura del nostro “simpaticone” Mister B, che come altri ha aderito alla guerra santa nel Medio Oriente. Certo, Nanni Moretti lo ha fatto, ma più da un punto di vista strettamente politico che altro.

Ritengo che Ewan McGregor sia stato bravissimo e mi ha fatto enormemente piacere rivedere dopo tanti anni Timothy Hutton, figlio del simpatico Jim (lo ricordate “Ellery Queen”?), ultimamente sparito dai grandi film e James Belushi. Grande, come sempre, Tom Wilkinson, specializzato ormai solo nelle parti di questo tipo.

Per finire sono d’accordo che il film richiama parecchio Alfred Hitchcock, soprattutto per il finale, quando l’epilogo tragico non si vede ma si intuisce dal movimento delle persone, dalle auto e dai rumori. Una bella trovata è anche il non poter mai scoprire il nome del ghost-writer, ama questo è un merito dello scrittore del libro da cui nasce questo film veramente bello e da non perdere. Polansky è sempre un grande!

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