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Repo Men

Regia di Miguel Sapochnik vedi scheda film

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La recensione su Repo Men

di superficie 213
8 stelle

Ogni anno che passa discutiamo tra "appassionati" di cinema per capire quali siano le folli regole di distribuzione che gli addetti ai lavori mettono in pratica per decidere qualie quanti film arriveranno nelle nostre sale. Ormai è chiaro che la tendenza all'omologazione dell'offerta è un dato di fatto inquietante ed è sempre più raro vedere film "scomodi" — incredibilmente il più delle volte americani di produzione... — approdare sui nostri schermi cinematografici.
E' però ancora più strano che  un film come questo REPO MEN sia uscito direttamente — in sordina — solo per l'home video, visto che il cast è di quelli che contano e che il budget è chiaramente di alto-medio livello. Una volta visionata la pellicola  però non è difficile capire  il perchè di tale ostracismo. Ma andiamo con ordine.
Prodotto dalla Universal e messo in scena dal giovane esordiente Michael Sapochnik, Repo Men è il classico esempio di ottimo cinema di genere fantascientifico che merita attenzione e che  ha dalla sua alcune buone idee che vengono ben sviluppate da una sceneggiatura  tosta e senza troppe imperfezioni. La trama è intrigante:

In un futuro prossimo il commercio di organi artificiali è legale e molti si affidano ai mutui per potersi permettere un organo di "ricambio". Nel caso però che non si possano più pagare le rate del suddetto prestito entrano in scena i Repo Men, ovvero un gruppo di uomini addestrati per "recuperare" — direttamente dai morosi — l'organo meccanico sostitutivo. Remy è un RM diligente e che non sente troppo il peso di uccidereper vivere, in fin dei conti lui fa solo il suo lavoro  fino al giorno in cui non riuscirà più a pagare il mututo del suo nuovo cuore...
A dare il volto a Remy è un convincente Jude Law mentre nel ruolo dell'antagonista troviamo il sempre ottimo Forest Whitaker che riesce a intepretare il suo "carattere" in modo semplice ed efficace.
Il regista poi gira con gusto un film che deve quasi tutto al sottogenere "cyberpunk" — nato nei primissimi anni '80, cinematograficamente con il capolavoro di Scott BLADE RUNNER e letterariamente con il mitico NEUROMANTE  di Gibson, il CYBERPUNK è nato da  una costola della moderna sci-fi ed ha come modello di riferimento un futuro non lontano iper-tecnologico dove le Corporazioni Multinazionali controllano il mondo — dando idea di aver imparato la lezione dei classici citando con gusto — la ruberia è altra cosa e qui fortunatamente non è presente -  e lasciando che la sua messa in scena moderna ma non videoclippara doni respiro ad una storia che ha in se molte sequenze d'azione pura — intrattenimento d'alta scuola — che pero' non sovrastano mai la valenza sociale che e' alla base dello script.
Un film d'azione fantascientifica dunque, che disturba non poco, sia per la crudezza delle immagini — splatter per stomaci forti  — che per la sua forza nel condannare lo stile di vita iper-capitalista alla base della società americana — e non... — e che quindi rientra di diritto nella lista dei film invisibili paradossalmente proprio per queste sue qualità.
Non importa che gli effetti speciali siano ottimi, che la fotografia sia di livello, che i dialoghi funzionino a dovere, per i nostri "illuminati" distributori e per i produttori hollywoodiani — spaventati dalla sola idea di proporre un film che criminalizza (giustamente) l'orribile (anti)sistema sanitario americano — qui siamo dalle parti dell 'anti-omologazione e meno persone vedono questo film, pensano loro, meglio è.
Ricordare a questi "signori" che i migliori film di genere sono sempre stati quelli che sono riusciti a parlare del nostro mondo e delle sue magagne attraverso la fantasia e l'allegoria è ormai inutile, perchè penso che ormai il cyberpunk sia più reale della realtà...

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