Regia di Chris Sanders, Dean Deblois vedi scheda film
“Dragon trainer” è uno dei migliori prodotti d’animazione della Dreamworks, curato nei dettagli estetici, tecnicamente vorticoso, e con una bella, quanto ricca, morale che fa enorme piacere, aggiungendo un po’ di sostanza alla storia.
Hiccup è un giovane vichingo che vorrebbe soddisfare il valoroso padre guerriero diventando anch’egli un cacciatore di draghi, ma quando se ne troverà uno in difficoltà di fronte finirà col diventare suo amico aiutandolo a riprendere il volo.
Scoprirà allora che i draghi non sono cattivi di natura, ma obbligati alla caccia da un oppressore che si ciba delle loro scorribande.
Quando la sua particolare amicizia sarà smascherata in pubblico, non sarà facile convincere gli altri della sua buona fede.
Raramente un film d’animazione è riuscito a sviluppare un senso dell’avventura così avvincente, questo grazie ad una scelta precisa in fase produttiva che ha portato a realizzare un prodotto molto attento alle evoluzioni tecniche.
Così le scene di volo, tante soprattutto nella seconda parte, sono elettrizzanti e tutta la parte tecnica funziona a dovere, con un plauso particolare da attribuire alla fotografia (Roger Deakins collabora) che rende al meglio i contrasti dei colori (e ombre) sia negli ambienti bui che in quelli illuminati a giorno che si alternano nella pellicola.
E poi capeggia su tutto uno spirito genuino caratterizzato da tante riflessioni proposte in maniera non ammorbante ma comunque decisa, come la difficoltà di superare i luoghi comuni della vita (della serie, l’abito non fa il monaco), il saper affrontare le diversità imposte dalla vita, ma anche l’handicap fisico che qui colpisce due volte, ma l’importante poi è continuare a vivere e sempre con amore e un sorriso a solcare il volto.
Dunque “Dragon trainer” riesce a coniugare cuore e cervello avvalendosi di una storia universale, dalle coordinate basilari non proprio nuovissime (ma anche approfondimenti al seguito non banali) per offrire un cospicuo intrattenimento per i canonici novanta minuti, vissuti sempre sull’onda, o forse, viste le circostanze, tra le nuvole.
Effervescente.
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