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The Loved Ones

Regia di Sean Byrne vedi scheda film

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La recensione su The Loved Ones

di superficie 213
10 stelle

Dall' Australia arriva come un fulmine a ciel sereno questo horror indipendente girato con due soldi ma messo in scena nel migliore dei modi dal giovane regista esordiente Sean Byrne .
Sebbene ad una prima lettura la trama possa sembrare quella di un qualsiasi "torture-porn" (che ultimamente stanno invandendo gli scaffali delle videoteche) lentamente il film scopre le sue carte e riesce a restare impresso nella testa dello spettatore grazie ad una serie di sequenze davvero inquietanti e che fanno balzare questo piccolo film fra i migliori del decennio appena passato.
Byrne gira con ottima mano e lascia che la prima parte sembri uscita da un film classico da Sundance - fotografia slavata ma di gusto , recitazione realistica e mai sopra le righe , movimenti di macchina semplici ma efficaci e colonna sonora completamente "indie" -  per poi gettare lo spettatore nell'incubo del povero "loved ones" , ovvero Brand rapito da una compagna di classe ( Lola , in apparenza bravissima ma in realta' sadica torturatrice ) e dal padre di lei che  nemmeno velatamente si scoprono avere una relazione incestuosa.
Brand viene coinvolto in una spirale di violenza e follia che il regista gestisce alla grande , tirando fuori dal cilindro idee di messa in scena e di narrazione non banali e riuscendo nel difficile compito di lasciare la violenza per il 99% fuori dallo schermo visivo.
Davvero impossibile non vedere nella storia della schizzatissima figlia d'America Lola e della sua famigliola - il padre come detto malato almeno quanto la figlia ed una madre aassente nel vero senso della parola perche' col cervello (letteralmente) bruciato - un'allegoria della situazione americana e della sua falsa facciata moralista che nasconde invece una realta' fatta di violenza e crudelta' .
Un film anche politico dunque , che non nasconde la falsita' dello stile di vita americano ma che rimane ancorato al genere anche per  alcune sequenze davvero forti - come gia' detto non tanto visvamente quanto per impatto di regia - e che spaventa non poco grazie anche ad una sceneggiatura di ferro , che non lascia da parte niente , nemmeno i personaggi secondari che si collegano alla storia principale senza per questo farne parte integrante.
Ottimo poi il fatto che la colpa che lega Brand alla morte del padre non sia la solita giustificazione per la violenza che subira', ma che sia invece la molla che lo rendera' invulerabile ad ogni tipo di tortura , fisica e morale.
Insomma , non sono poche le sorprese all'interno di questa opera , dalla recitazione a dir poco convincente di tutti gli interpreti - eccezionali i due giovani protagonisti , Xavier Samuel e Jessica McNamee - , alla perfetta messa in scena del regista passando per gli ottimi effetti speciali , senza dimenticare una colonna sonora magnifica ,un montaggio fantastico ed un finale a sorpresa al cardiopalma .
Insomma un film da non farsi scappare assolutamente, che come al solito - per le opere disturbanti e poco concilianti - pero' e' ancora inedito da noi.
Chissa' se potremo mai vederlo su grande schermo e con il riconoscimento che la pellicola  merita.

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