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Splice

Regia di Vincenzo Natali vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Splice

di graffiodiluna
2 stelle

Clive Nicoli (Adrien Brody) ed Elsa Kast (Sara Polley) sono due scienziati, stanno insieme da tempo e lavorano per la casa farmaceutica Nerd Acronymic. Passano il loro tempo in laboratorio mischiando DNA sintetico con quello animale: queste manipolazioni dovrebbero servire a creare dei geni da cui estrarre proteine per la cura di svariate malattie; i risultati sono due ammassi gelatinosi di carne (?) tremolante a cui vengono dati i nomi di Ginger e Fred e che a causa di alcuni mutamenti finiranno con l’uccidersi davanti alla platea accorsa per vedere il miracolo facendo fallire l’esperimento. I nostri due, in preda ad un delirio di onnipotenza, decidono di fare il salto nel cerchio di fuoco: usare DNA umano. All’insaputa di tutti mettono in cantiere il colpo grosso: nasce Dren, un piccolo mostriciattolo deforme (che scopriremo poi essere di sesso femminile) che cresce alla velocità della luce e si trasforma in un essere con diverse caratteristiche (nasce come uno spermatozoo gigante e poi si trasforma in un Frankenstein animale) tra cui ovviamente quella umana. Il legame che si crea tra loro tre è a dir poco assurdo. Elsa (che non ha mai voluto figli ma ha usato il suo DNA  per l’esperimento) tratta Dren come se fosse sua figlia infliggendole anche vessazioni, quasi volesse vendicarsi di quelle che a sua volta ha subito dalla madre. Clive non si oppone, è geloso, e non esita un istante a lasciarsi circuire da Dren. Dren muta secondo il momento: se sta in acqua diventa anfibio, se sta sul tetto le spuntano le ali. E voi direte è finita? No, non è finita, perché al peggio non c’è fine: ha avuto rapporti con Clive, ma poi diventa maschio e violenta la sua pseudomamma. Natali, che con The Cube, fatto con due soldi, si era rivelato geniale, qua ha toppato in pieno. Splice è un film confuso, è brutto dentro, ridicolizza temi importanti come la ricerca, la maternità e i rapporti di coppia, e quello che viene fuori sono delle situazioni al limite della decenza sia visiva (non so a voi, ma a me vedere Dren con quel vestito da bambina ha fatto venire mal di stomaco) che introspettiva (la psicanalisi spicciola è in agguato con i complessi edipici). L’essere umano ne viene fuori a pezzi, si sacrifica tutto in nome dei soldi e della fama. Non c’è una trama, i personaggi sono statici, e forse quello che si salva è proprio quello di  Dren, il meno mostruoso di tutti, il più “umano”, capace di provare un minimo di sentimenti, anche se in gran parte negativi, ma questo succede quando si usa la natura per bassi scopi. Non fa paura questo Splice, è una boiata pazzesca. Si dice che il regista lo abbia tenuto in incubazione per ben dieci anni, e secondo me doveva continuare a tenercelo, non ne avremmo sentito la mancanza. Per la serie: potevamo stupirvi con effetti speciali ma... abbiamo preferito non sprecarli in attesa di girare un altro film che non sia un'accozzaglia di immagini comiche travestite da horror. Una nota a margine per i titoli, forse la cosa più carina del film. Poteva fermarsi a quelli e spacciarli per un corto.

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