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Leningrad Cowboys Meet Moses

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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Tiaz gasolio

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La recensione su Leningrad Cowboys Meet Moses

di Tiaz gasolio
7 stelle

Leningrad cowboys meet moses La recessione

Ovvero i migliori ritornano sempre!!

Il primo film sui leningrad cowboys mi ha stupito per la sua freschezza e spontaneità, appena ho scoperto che non è l'uinica pellicola che parla degli eroi della steppa, non ho potuto fare a meno di vederlo, certo perchè avevamo lasciato la band nel pieno del loro successo in messico; dove ora mai suonavano a matrimoni e funerali; con un pubblico che poteva arrivare sino anche a cinquanta persone, ma si sa che qunado una bad arriva a toccare certi livelli di successo, sopraggiungono anche i vizi, che hanno distrutto tantissime rock star, ed anche i Leningrad cowboys vengono colpiti dalla terribile piaga della cocaina...umm, diciamo che loro sono piu' rurali, e trovandosi in messico vengono colpiti dalla piaga della tequila, che ha sfoltito milioni di mariaci in tutto il messico, quindi stremati dal vizio decidono di tornare nella loro steppa dove la vodka cresce bambini sani e forti, e chi sarà a guidare la band verso la madre russia?? Solo un uomo puo' farlo. ed è il loro manager Vladimir, dopo una illuminazione divina ha deciso di farsi chiamare MOsè, con un piano ben congenato, che consiste nell' attarversare l'oceano a borso di una cariola/natante, solo dopo aver preso come souvenir il naso della statua della libertà. Perchè? il naso della statua della libertà? lascio alla votra mentalità filoamericana e capitlistica la risposta a questa domanda.La band si trova quindi a dover attraversare l'europa per fare ritorno alla amata steppa, e dopo aver ricongiunto la "componente messicana" a nuovi membri, si parte in per un sfilza di date sempre nei peggiori posti che ci si possa immaginare.

Il regista mostrerà, al suo pubblico, l'europa quella vera al di fuori delle mete turistiche, riuscirà sempre ad inqudrare dei posti brutti e dacdenti nel loro momemnto piu' di fascino, (so che sembra una cosa impossibile ma è così).

Non so come, ma le inquadrature di questo film sono così' fottutamente vere, la ricerca dei particolari, la grande capacità di Aki Kaurismäki(il regista), di riuscire a trovare qualcosa di bello anche in vicolo sporco, l'empatia che ci fa provare per la sempre "ciuffatissima" band alimentata a a stenti e privazioni, il tutto recitato come nel precedente, quasi come se fosse un film muto dove sguardi e situazioni spiegano piu' di mille parole, e dove le parole non spiegano più delle immagini, perchè ricordatevi sempre "che Jesu save moses Ivest!!"

per insulti anche non costruttivi su facebook:

www.facebook.com/larecessione

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