Regia di Nicolo Donato vedi scheda film
Fratellanza è ispirato, come ha dichiarato il regista Nicolo Donato, a informazioni storiche apprese da un documentario intitolato Heroes and Gay Nazis e che presumo sia allora Manner, Helden, schwule Nazis (2005) di Rosa von Praunheim; la storia del film però è del tutto inventata.
Il regista riesce bene a svelare le tensioni sociali (non solo passionali) che si annidano nelle restrizioni ideologiche e nell'autoritarismo cieco, nella chiusura. Una chiusura riflessa e simboleggiata dalla tormentata e fragile figura di Jimmy (un perfetto David Dencik), neonazista aggressivo, scontroso, legato in un primo momento solo al fratello minore e alle convinzioni imposte o autoimposte, messe poi in crisi inesorabile da un incontro naturale, ma a parole concepito come contro natura. A parte la cura formale del film, la convinzione emotiva asciutta ma vera, intensa e quasi "odorosa", la durezza senza sotterfugi degli avvenimenti, ciò che appunto colpisce e incide la nostra percezione è proprio la resa dello sviluppo amoroso come mera germinazione della cui fecondazione spirituale non ci si rende conto. L'amore e l'attrazione nascono semplicemente anche tra due uomini, senza bisogno di parole o chiarimenti razionali (Lars e Jimmy non si dicono mai "ti amo", si sentono e basta, con lo sguardo, con l'anima e infine col contatto), anche in un ambiente dove si vorrebbero sradicati con la violenza e, appunto, con una razionalità pericolosa che, altrettanto spontaneamente, degenera in irrazionalità e terrore.
Qualunque persona, anche un duro nazista, pur volendo nasconderli o rimuoverli, ha anche in sé residui infantili, semplice bisogno di giocare, come si capisce nel momento del bagno in mare, mezzo magari non originale, ma importante comunque per un approccio di conoscenza che si trasforma (anzi, è già) attrazione, ammirazione tanto morale quanto fisica.
La tensione inoltre è molto ben espressa non solo a causa delle conseguenze che ci si aspetta dall'ambiente in cui vivono i due protagonisti, ma anche nel rapporto interno, sempre teso per i tormenti della coscienza e insieme rilassato per la gioia della tenerezza, dell'affetto e del sostegno reciproco, come dopo un pestaggio. Tensione e sostegno bilanciati da due personalità simili ma anche compensantisi a vicenda: uno fragile e inquieto, l'altro più saldo e consapevole (Thure Lindhardt), disposto fino in fondo a restare con una persona che non sappiamo se si risveglierà dal coma, con un semplice e insolubile intreccio di mani. 8 1/2
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