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Cosa voglio di più

Regia di Silvio Soldini vedi scheda film

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La recensione su Cosa voglio di più

di maso
8 stelle

Cosa voglio di più....naina na na na.....voglio Ann-A.....

Sembra risuonare il vecchio brano di Battisti nella testa del protagonista di questo notevole dramma sentimentale orchestrato con crudo realismo da Soldini che non deraglia mai di mezza inquadratura per rimanere fedele alla realtà della vita vissuta nell'Italia corrente dove si intrecciano le esistenze di due afterboy già cementati sentimentalmente che si ritrovano innamorati all'improvviso nel grigio dedalo urbano della città.

Anna fa l'impiegata in crescita professionale mentre vive la sua vita da sposina annoiata non ancora mamma fra l'ufficio e il pub mentre Alessio è già papà due volte con un lavoro che non ti permette di fare il quarto finesettimana a Gardaland, sintomo di questa Italia piena di ematomi derivati dalla crisi da cui sbocciano crisantemi, si incontrano e come per magia esplode un sentimento forte e vero che però si fa fatica a coltivare con il concime dell'amore, ovvero il sesso a tutte le ore.

Questo è ciò che secondo me il film esprime meglio e che al meglio Soldini riesce ad esprimere, cioè la difficoltà estrema che c'è nel far decollare senza intoppi una storia vera e sincera arrivata nel momento sbagliato, nel momento in cui si è già convinti di aver trovato il partner della vita, se poi ci son di mezzo i figli il tutto è ancora più complicato: tentativi di amplesso nei portoni, false convocazioni, piscine marinate, straordinari straordinariamente straordinari e fiumi di bugie con le gambe sempre più corte.

Il problema non è se ci si innamora ma se ci si rinnamora, allora si che sono cazzi.

Il film non annoia mai pur essendo una storia terribilmente semplice e umana, questo è un grosso pregio e poi mette in mostra le prove potenti di due grandi attori del nostro cinema attuale, perfettamente incatenati nella loro passione amorosa che si esprime morbidamente nelle scene in cui i loro corpi si uniscono: Alba Rohrwacher ha un fisico notevole con delle curve mica da ridere e sembra trovare con disinvoltura la giusta chiave di lettura di un personaggio donna dolce fragile e bisognoso di qualcosa di più che una fede al dito, non le è da meno Pierfrancesco Favino alle prese con un personaggio di maschio un po' irresponsabile ma terribilmente umano e comprensibile perchè se l'ago della bussola punta verso nord non c'è forza in natura capace di indirizzarlo verso la direzione opposta, è magnetismo e come l'amore non si può spiegare ma bisogna semplicemente considerarlo un assioma.

La fine sembra arrivare a più riprese durante la storia, ma alla fin fine si va avanti fino alla fine e alla fine c'è qualcuno che piuttosto che tornare ai finti straordinari con secondi fini vuol porre fine ad una storia che fino a un'ora prima sembrava senza fine, in fin dei conti bisognerebbe saper mettere la parola fine a un certo punto, finanche se dolorosa, perchè non è poi vero che l'amore non ha confini, a volte bisogna ragionarla come un contadino dalle scarpe grosse e il cervello fino, il fine giustifica i mezzi e fino alla fine forza Juventus.

 

                                                                                                         

                                                                                                      FINE 

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