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La Danse - Le Ballet de l’Opéra de Paris

Regia di Frederick Wiseman vedi scheda film

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La recensione su La Danse - Le Ballet de l’Opéra de Paris

di giorgiobarbarotta
10 stelle

Documentario monumentale, per durata e, soprattutto, per dovizia di particolari. Wiseman, classe 1930, ci immerge nel mondo della Danza e, in particolare, in quello dell'Opera di Paris, dove, come il fantasma di Gaston Leorux, arriva a condurci per mano nei meandri della struttura, fin dentro ai sotterranei e poi sui tetti, nel dietro le quinte, in mezzo ai tecnici luci, facendoci scivolare in primis sulle assi del palcoscenico, spiando pure nelle imprescindibili palestre di prova. Nascondendo la sua presenza (che poi è quella dell'operatore alla macchina, in uno dei suoi molteplici ruoli da artigiano tuttofare) ci affianca ai protagonisti della vita racchiusa nell'imponente edificio del centro di Parigi, teatro votato all'arte, alla disciplina, al talento, alla tradizione affiancata alla modernità e all'avanguardia, in termini artistici ma anche di business, di gestione, di prestigio, di marketing. Il grande danzatore e coreografo Maurice Bejart definisce così la figura del ballerino: "Metà suora, metà pugile", e la direttrice artistica dell'Opera (un po' regina un po' madre) e del suo corpo di ballo - un tutt'uno del cui spirito di appartenenza essere orgogliosamente pervasi e portatori nel mondo - affonda il colpo aggiungendo che "...capace di grande dedizione e dotato di forza fisica ed energia, deve essere due cose al tempo stesso: un cavallo da corsa e il fantino, una macchina e il pilota". Ci sono le etoile ma anche i coreografi, i costumisti, i cuochi, gli elettricisti, i finanziatori, i muratori, il pubblico, il personale delle pulizie, tutti a costituire un tassello dell'affascinante mosaico. Grande visione d'insieme, grande spettacolo. Cinque o sei le opere di cui godere frammenti suggestivi, potenti, delicati, violenti, elegantissimi ognuno a suo modo. La poetica filmica di Wiseman va ricercata in un unicuum i cui singoli episodi altro non sono se non l'analisi di una società in cui il collettivo in ogni sua forma e categoria (le discipline, la diversità, i gruppi costituiti, le istituzioni, persino la natura) è espressione e materia di studio di una definizione più ampia e del significato ultimo di Uomo.       

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