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Un maledetto imbroglio

Regia di Pietro Germi vedi scheda film

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La recensione su Un maledetto imbroglio

di noodless94
8 stelle

Ogni qual volta vedo un film di Germi finisco col chiedermi perchè il suo nome non sia altrettanto famoso come quelli dei Fellini, Leone, De Sica, Rossellini, Monicelli, e tanti altri che hanno contributo a rendere il cinema italiano del 900 uno dei migliori, e dei più apprezzati, in tutto il mondo. 

Me lo chiedo perchè ,ogni qual volta questo grandissimo regista, riesce sempre a stupirmi. Dal Ferroviere che mi permise di conoscere maggiormente Germi, famoso, ahimè, per il solo, ma comunque immenso, Divorzio all'Italiana, ho sempre avuto un crescendo di stima nei suoi confronti. Ed oramai mi sento quasi di andare sul sicuro quando vedo un suo film. 

Così è stato anche per questo, Un maledetto imbroglio. 

Un poliziesco tipico degli anni 60, in cui però la mano di Germi è evidente. 

La critica, sempre presente d'altronde, alla classe Borghese, qui rappresentata dal falso medico Valdarena e da Anzaloni, i qualli affrontano tutta la vicenda cercando di evitare che il loro nome venga macchiato da una notizia sporca, piuttosto che aiutare la polizia a risolvere il caso. Insieme a loro anche il cugino di Valdarena, Banducci, il quale, insieme al cugino, per i loro sporchi affari, e per le piccole godurie borghesi, non si fanno scrupoli, ma, addirittura, entrano ed escono dalla storia come se nulla fosse successo, in una situazione di estrema immobilità, caratteristica tipica della borghesia. (Caratteristica sulla quale si fonda l'opera di Luis Bunuel, L'angelo sterminatore, impossibile da non citare).

Accanto loro si muovono numerosi personaggi, dalla badante (la splendida Claudia Cardinale) e il suo fidanzato e futuro marito Diomede, rappresentanti quest'ultimi della classe proletaria e burina di Roma, che alla fine di tutto pagherà sempre le conseguenze dei suoi errori, a differenza della borghesia. 

E questo quello che ci dice il primo piano finale sul commissario, interpretato dallo stesso Germi. In una vicenda in cui tutti sarebbero dovuti essere impriogionati per le loro azioni ('Sto pensando ad una legge del codice penale che mi permetta di arrestarti' dice il maresciallo a Valdarena), a pagarne le conseguenze è sempre il più debole, il più povero. 

 

Mi piacciono tantissimo i personaggi che Germi riesce a creare e a far coesistere nei suoi film. 

Sebbene infatti il film sia un poliziesco, in cui è presente anche un crimine, non mancano i momenti divertenti, soprattutto grazie al maresciallo Saro, fieramente catanese, e il brigadiere Oreste, un mancato marpione che prova a rimorchiarle tutte. 

Comico e tragico si mischiano anche qui, come in molti altri film di Germi, come Signori e Signori, o lo stesso Divorzio all'Italiana, dove il lato comico copriva il lato tragico, che era insito all'interno del messaggio che Germi voleva lanciare con il suo film, in una realtà nella quale tutto si intreccia, fino a sembrarci confuso, così come possiamo esserlo noi stessi quando, durante la visione del film, non capiamo bene come possa realmente essere andata la vicenda, dove tutti possono essere colpevoli o innocenti. 

 

Ovviamente stra-consigliato, come tutti i film di Germi, un regista, a mio parere, che si colloca insieme ai più grandi, lassù nell'Olimpo del cinema.

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