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Un maledetto imbroglio

Regia di Pietro Germi vedi scheda film

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La recensione su Un maledetto imbroglio

di hupp2000
8 stelle

Splendida sceneggiatura, regia perfetta e una delle migliori interpretazioni dell'attore Pietro Germi.

Non amo tutto il cinema di Pietro Germi, che trovo talvolta cupo e serioso, né considero lo stesso Germi un grande attore. Qui, al contrario, sia il regista che l’attore mi sono apparsi eccellenti. Una regia spigliata, che offre momenti di vero godimento nell’illustrare la Roma dei primi anni ’60, con siparietti e personaggi di contorno degni delle migliori commedie di Luigi Zampa o Dino Risi, tanto per citarne un paio. Perno topografico del film è Piazza Navona, ancora abitata da Romani, come se si trattasse di una piazza come tante altre, non ancora zona pedonale, percorsa da normali passanti. In questo nobile contesto, si snoda il “pasticciaccio brutto” del romanzo di Carlo Emilio Gadda da cui è tratto il film. Non ho letto il libro, ma credo che Pietro Germi abbia avuto la fortuna di trovarsi di fronte ad una sceneggiatura bell’e scritta, con una trama di sicuro interesse e piena di risvolti. Il film che ne ricava è degno dei migliori adattamenti dei gialli di Georges Simenon o dei classici del noir americano della prima metà del secolo scorso. Pietro Germi con il suo trench alla Humphrey Bogart e la perenne sigaretta tra le dita ha il perfetto “physique du rôle” e questa volta buca davvero lo schermo. Lo affiancano attori di ottimo livello, ma anche grandi comparse, che restituiscono un fraseggio romanesco d’altri tempi, ora comico, ora aggressivo, sempre cinico ma mai volgare e di pasoliniana memoria. Tra gli altri interpreti spiccano, secondo me, Claudio Gora, personaggio borioso e ambiguo, che nel suo perfetto aplomb ha qualche cosa di inquietante, e Saro Urzì, spontaneo e genuino nella parte immancabile del braccio destro del commissario. Trascurabile la prestazione di Nino Castelnuovo, pur trattandosi di una figura chiave dell’intera vicenda, mentre dispiace sempre sentire Claudia Cardinale doppiata. Colonna sonora di Carlo Rustichelli indovinata e in stile Nino Rota. Coinvolge. La canzone “Sinno’ me moro”, della figlia Alida Chelli va ascoltata. E’ veramente struggente.

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