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Mr. Nobody

Regia di Jaco Van Dormael vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mr. Nobody

di labbro
8 stelle

Ehi Nemo, prima di addormentarti, ricordami di ricordare.
Anche se è difficile farlo, con sei dimensioni temporali intrecciate e sovrapposte.
E poi muoversi tra causalità e casualità, ed immergersi nel proprio passato sino ad annegare, tra un bivio non riconosciuto e le parole dette di troppo.
Ehi Nemo, prima di addormentarmi, ricordami chi sono.
Anche se è difficile capirlo per noi, ultracentenari con la percezione sensoriale di un bambino, e come i bambini a vedere le nostre mani, ma non noi stessi.
Ricordami, ti prego, le mosse del più cinico dei giochi, le scelte impossibili negli affetti, gli incontri e le separazioni. La tenerezza e la crudeltà di un destino che si libra leggero ed imprevedibile come una foglia al vento, traditore come una stringa slacciata.
Prima di addormentarti, ricordaci com’era stupido e meraviglioso il vizio di vivere, e di come ci si facesse male fuori dalla campana di vetro , fuori da un’esistenza di plastica.
Ricordaci di una ragazzina in piscina, scrutata da dietro la porta dello spogliatoio. La scoperta della bellezza, la bellezza che ha salvato e condannato il (nostro) mondo per centomila altri giorni.
Ricordaci le volte che sembrava che Otis Redding cantasse proprio per noi.
Prima di addormentarti, Nemo, ritorna con lo sguardo a quelle tre bambine, a tutto l’amore che abbiamo incrociato, mancato e ripreso.
Ricordaci delle passioni contro ogni logica, di ogni volta che ci siamo ritrovati a combattere, per salvare chi amavamo da se stesso; ricordaci la depressione, un ballo folle, ed un abbraccio piangendo sotto la pioggia. L’amore che non vince su ogni cosa, ma che con ogni cosa prova a combattere.
Ricordaci la dolcezza dell’amore coniugale, la devozione e la responsabilità; ma anche di esserci destati un pomeriggio senza ricordarci chi avevamo accanto.
Ricordaci - ma questo chi se lo dimentica! – dell’amore della nostra vita, ricordaci della pelle d’oca e degli sguardi al riparo delle lenzuola.
Degli appuntamenti persi.
Del nostro sonno , del nostro sogno, sospeso in aria, in attesa di una donna, o forse di un’idea, che non arriva mai. O forse è lì , ma il nostro sonno, ed il nostro sogno, sono troppo profondi per accorgersene.
Ricordami le foto , e due corpi, appesi al muro.
Ricordami che per un istante , durato un’eternità, sono stato immortale e completo, carnalmente congiunto al mondo.
Ehi Nemo, prima di addormentarti, farfugliami un segreto.
Schiacciando di continuo rewind e forward , non ho ancora capito dove ho sbagliato, se ho sbagliato, oppure se tutta questa storia semplicemente non ha senso.
Perché nelle tue rughe non ci sono cellule suine, come gli altri immortali tuoi coevi.
Ma ci sono le vite, migliaia di vite e di possibilità, orgogliose e ridicole, strazianti e bellissime, comunque degne di essere vissute, provate e persino vanificate.
Persino quando non accadeva nulla, “come nei film francesi”.
Ognuna di queste vite è la “vita giusta”. Ognuno di questi sentieri è il sentiero giusto.
Oppure no, ed il “grande architetto”, il narratore, ci ha preso in giro, ed è tutta un’invenzione.
E magari, riavvolgendo il nastro, di fronte al bivio più crudele, rincorrendo il treno che accelera, si scoprirà che abbiamo scelto di scartare di lato.
Verso un’altra vita non prevista, né prevedibile, la nostra

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