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Il mago di Oz

Regia di Victor Fleming vedi scheda film

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La recensione su Il mago di Oz

di cantautoredelnulla
10 stelle

Frank Baum nel Natale del 1900 era nelle case di tantissimi bambini con il suo primo libro sul mondo di Oz, "Il mago di Oz". La storia che traeva ispirazione da miti e leggende aveva l'ambizione di sfrondarsi degli elementi più raccapriccianti tipici del genere per dar vita a una fiaba più moderna che fosse puro intrattenimento e potesse dare un messaggio di speranza ai bambini di un Kansas sempre più depresso e spoglio sul finire dell'800. Il libro fu pubblicato affiancando al testo le illustrazioni e questo non è un dato da poco, prima di tutto perché sottolinea lo stretto legame tra l'immagine e il racconto che mirano alla magia e alla meraviglia più di ogni altra cosa; in secondo luogo quest'informazione svela quanto il capolavoro di Fleming sia debitore dell'idea originale di Baum. Il film infatti inizia in bianco e nero (o meglio: in seppia). Nel 1939 il technicolor era una tecnologia d'avanguardia e Fleming ebbe la fortunata idea di sfruttare il contrasto bianco e nero - colore per raggiungere con maggiore effetto la magia della fiaba. Tuttavia quest'idea è suggerita già dal libro che nel suo inizio parla di un Kansas che è grigio, dove la casa di Dorothy, un tempo colorata, sbiadita dal sole è diventata anch'essa grigia e tutto è mogio e grigio come la vita e lo spirito annoiato di Dorothy. Trasposto in un film, il bianco e nero è inevitabile. Arriva così la prima magia, un ciclone che raccoglie la casa e la scaraventa nel mondo di Oz. A questo punto Fleming ha un vero colpo di genio: le scarpette d'argento del libro nel film diventano rosse. Il contrasto di questo colore sullo schermo crea già di per sè una grande magia. Inoltre la strada di mattoni gialli diventa dorata brillando incredibilmente, così come la città Smeralda. I colori in questo film sono protagonisti al pari della storia e Fleming li usa con intuito e grande capacità visiva raggiungendo una delle sue vette espressive. Così l'arcobaleno, ovviamente altra invenzione del film, riassume nella sua semplicità il sogno più grande e irraggiungibile. Però il messaggio del mondo di Oz non è un messaggio da poco. Tutto ciò che cerca l'uomo è sempre e soltanto dentro di lui, è la coscienza di sé. Attraversando il mondo di Oz, tanto stralunato e pieno di insidie, si può imparare che tutto può essere raggiunto sapendo usare il cervello, il cuore e un briciolo di coraggio, ma soprattutto imparando, lungo il percorso della vita, a conoscersi e a comprendere chi siamo e cosa vogliamo. Solo allora scopriremo che le scarpette le avevamo già ai piedi e il nostro obiettivo era a portata di mano, ma era necessario crescere per scoprirlo e raggiungerlo con un pizzico di fantasia e determinazione.

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