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The Box

Regia di Richard Kelly vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Box

di Baliverna
6 stelle

Basta premere lo stupido pulsante di uno strano aggeggio e viene subito consegnato un milione di dollari. Ma degli sconosciuti la pagheranno cara, e il vantaggio anche per chi prende i soldi è illusorio.

*** CONTIENE ANTICIPAZIONI *** Il film analizza un aspetto molto importante della vita di tutti noi, cioè il libero arbitrio e le conseguenze delle nostre scelte sugli altri, vicini o lontani che siano. Per più di un'ora la pellicola marcia secondo me molto bene: è tesa e suggestiva, e il mistero che vi aleggia la rende affascinante. E' anche ben girata tecnicamente. Il discorso, però, secondo me si ingarbuglia nell'ultima parte, e gli effetti speciali prendono la mano al regista in alcuni momenti.
Se fino ad un certo punto è facile vedere nello strano personaggio il demonio, o qualche altra figura ultraterrena che inganna gli esseri umani per suo vantaggio, poi il discorso si fa contorto quando si parla della NASA e di certi esperimenti sul personale. Qui la sceneggiatura mette troppa carne al fuoco, e il quadro ne esce un po' confuso. In quel punto, cioè, non tutto torna e il significato generale è un po' zoppicante o tirato per i capelli. Gli stessi mandanti del Steward rimangono un concetto troppo vago per essere convincente, come pure la sua natura di morto-vivo non è del tutto chiarita. A questo proposito, certe sue frasi sono decisamente troppo generiche, come "Sono in contatto con coloro che governano i fulmini". Anche il discorso delle morti sul lavoro e degli esperimenti, sia della NASA che di Steward stesso, è mal sviluppato. Non si capisce neppure bene a che titolo collaborino con lui altre vittime dell'esperimento. Infine: perché tre porte e non due?
Detto questo, l'argomento di partenza è affascinante, e del tutto rispettabile è la conclusione che comunque i nostri atti sbagliati ed egoistici vanno a colpire anche lontano da noi, e che il loro vantaggio per noi è illusorio. Mi è piaciuto anche il presupposto della tentazione irresistibile (o quasi) del milione di dollari, come dell'espediente per rendere il cedervi ancora più invitante (come il licenziamento di lei, organizzato apposta). Il tutto è visto in una prospettiva a-religiosa, ma è difficile non esserne d'accordo sia per i credenti che per i non. Secondo me, se il regista restava su questo piano, lasciava perdere la NASA, e lasciava nell'ignoto completo l'origine del personaggio, avrebbe girato un grande film.
Infine, ho trovato convincente Cameron Diaz, la quale secondo me ha un futuro attoriale anche da vecchia. Quando è sbattuta e angosciata sa lasciare il segno. Ultima annotazione: il presupposto iniziale mi ricorda il racconto di Dino Buzzati "La giacca stregata", e non posso affermare con sicurezza che l'autore non l'abbia letto.

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