Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Ironico, mastodontico, semplice ma complessissimo. Difficile classificare un film come Invictus, non per niente fatto vedere nelle scuole. Emozionante come pochi, spettacolare in tutto. Come l'intera filmografia di Eastwood regista, da consigliare a chiunque
Come Nelson Mandela ha costruito l'unità nazionale di un Sudafrica ancora scosso dall'Apartheid e in bilico sul precipizio che porta all'estremismo. Una sceneggiatura solidissima, sorretta da dialoghi spesso brillanti e scene toccanti nella semplicità.
Poco da dire, Eastwood è in grado di dirigere qualunque cosa. Non canna un controcampo neanche a farlo apposta, la messa in scena è sempre credibile e le scene di rugby sono rese spettacolari e mai tamarre. Un artista che inquadrando un dettaglio qualsiasi esprime un miliardo di significati diversi, -basti pensare alla scena dell'inno durante la partita finale: una carrellata sui giocatori (se ne vede almeno una durante ogni inno della nostra Nazionale) una panoramica dall'alto dello stadio immobile e una vista dal mare della città, immobile anche lei. Tre secondi, e ti risuonano nelle orecchie mille parole. "Siamo tutti qui, stiamo guardando la partita della vita e siamo tutti sudafricani". Le barriere sono state buttate giù, ormai, resta solo la spettacolarità del match. Che è reso da dio, per la cronaca. Camera in spalla e via, per risaltare ogni corsa con la palla, ogni sudata, ogni tiro.
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