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Lo spazio bianco

Regia di Francesca Comencini vedi scheda film

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La recensione su Lo spazio bianco

di cantautoredelnulla
6 stelle

Sarà colpa del bianco che allarga la visione, ma la rende fredda e distaccata o sarà una scelta ragionata e ricercata dalla regista, il film non commuove, non coinvolge, mostra, come nello spazio dell'ospedale in cui la protagonista attende, una storia asettica fatta di parole importanti e di fatti banali che si uniscono a dare forma all'attesa e all'impotenza. L'idea di base è buona, ma il risultato non mi convince. Probabilmente, come ha suggerito anche na, l'intenzione è di non cadere nel patetico, di mantenere il distacco piuttosto che far leva su sentimenti semplici e banali, ma se un film non coinvolge alla lunga risulta noioso, ma avere il coraggio di osare probabilmente avrebbe richiesto più fantasia e una maggiore ispirazione, che evidentemente mancano un po'.

Sulla trama

Raffazzonata, l'uso del flashback per raccontare i momenti salienti della gestazione e i salti continui nel tempo fanno mancare il giusto approfondimento delle situazioni e creano molta confusione mostrando una debolezza narrativa che pecca di superficialità. Se si può però obiettare a questa considerazione che l'intenzione della regista è quella di soffermarsi solo sul dramma che sta raccontando e non su ciò che è a corredo, allora ritengo che il risultato finale comunque non sia riuscito perché le storie che si intrecciano sono solo elementi di disturbo. E' vero, anche la vita è piena di elementi di disturbo, ma questo è pur sempre cinema e nemmeno neorealista. Infine penso che il punto della questione sia, come dice il titolo, lo spazio bianco che la professoressa suggerisce di lasciare al proprio allievo per poi riprendere a parlare di qualcos'altro. Lo spazio bianco è evidentemente quell'attesa, quello stacco dopo il quale la storia ricomincia, la vita si ricostruisce da zero. Anche qui, idea molto carina, ma sviluppata male.

Sulla colonna sonora

La colonna sonora originale mi è piaciuta. La traccia suonata al pianoforte ricorda nell'incipit l'habanera della Carmen, poi si sviluppa accompagnando bene le scene del film. Belle anche le musiche non originali, adattate bene per l'occasione, in particolare "Where is my love" di Cat Power che sottolinea l'unico momento forse un po' più sentimentale del film.

Cosa cambierei

Se la scelta deve essere costruire un film intorno a un attore, allora si dovrebbe avere il coraggio di dare spazio quasi solo a quell'attore. Sarebbe una scelta più difficile da realizzare, ma darebbe un valore aggiunto notevole al film. Lasciare la Buy al centro con tanti personaggi quasi inutili e ininfluenti per la sua situazione mi sembra una soluzione molto confusa. Sarebbe stato meglio usare più scene visionarie e criptiche, lasciate alla libera interpretazione. Il risultato sarebbe stato meno televisivo, ma molto più artistico e potente.

Su Francesca Comencini

La regia è secondo me un po' manierista. Ci sono buoni spunti, belle carrellate dall'alto, il grandangolo che si fa sentire nella ripresa dall'alto in diagonale sulle donne che improvvisano una sorta di balletto dando l'idea di una realtà assurda e apparentemente deformata. Tuttavia il mezzo tecnico spesso non è al servizio della storia, ma fine a se stesso. Ho apprezzato la scelta di "nascondere" il nudo integrale della Buy con il controluce. Questa scelta non solo è a mio avviso molto felice perché la nudità all'interno delle mura di casa credo sia abbastanza naturale (non comprendo i film, per esempio, dove due fanno l'amore e poi si coprono con nonchalance le parti intime: a me personalmente non succede mai, anzi), ma mostra anche come si può mostrare la realtà senza per forza cadere nel voyeurismo da quattro soldi di cui risente la maggior parte del cinema italiano.

Su Margherita Buy

Brava, ma il suo personaggio è uno stereotipo dei personaggi che ha già interpretato in altri film. Meglio allora vedere "Fuori dal mondo" dove la sua prova attoriale è allo stesso livello, ma la trama e la regia sono migliori.

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