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500 giorni insieme

Regia di Marc Webb vedi scheda film

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La recensione su 500 giorni insieme

di LorCio
10 stelle

Cinquecento giorni sono tanti, sono quasi due anni. È il periodo in cui si consuma quella che, come avverte il narratore, non è la storia d’amore tra due persone, ma la storia di uno stranissimo e normalissimo legame tra un ragazzo troppo sensibile e una ragazza con poco tatto. Una storia esemplare e a suo modo vecchia come il mondo che sconvolge la vita di un quasi trentenne troppo giovane per essere adulto e troppo adulto per essere giovane. Traviato in gioventù da Il laureato e da un discutibile approccio al pop inglese triste, Tom Hansen si è convinto che la sua vita avrebbe trovato una svolta soltanto grazie ad una ragazza.

 

Che arriva all’improvviso con le fattezze di Summer (più semplicemente Sole nell’edizione italiana: una volta tanto una scelta per certi versi ragionevole), di cui si innamora senza ritegno in pochi giorni (“Amo il suo sorriso, i suoi capelli, le sue ginocchia, quella piccola voglia a forma di cuore che ha sopra il seno. Amo il modo in cui ogni tanto si inumidisce le labbra prima di parlare. Amo la sua risata, l'espressione che ha quando dorme. Amo il fatto che sento questa canzone ogni volta che penso a lei. Amo quello che provo quando le sto accanto, quella sensazione che tutto sia possibile… insomma che la vita meriti di essere vissuta”).

 

Finché lei non interrompe l’incantesimo, fondamentalmente per paura di instaurare legami inequivocabilmente forti e chiari: gran sorrisi, gran saluti, non ci siamo mai piaciuti. Lei scompare e lui si sente morire dentro. Gran finale con amara risurrezione e barlume di speranza. Oltre ad essere una commedia romantica stilisticamente originale (intermezzi animati e cinefili affatto scontati), mai mielosa (anche acida ed aspra qua e là) e teneramente crudele e buffa, diretta dall’esordiente Marc Webb con inattesa sicurezza, è un film bellissimo.

 

Che può contare anche (e soprattutto) su una colonna sonora da urlo (Simon & Garfunkel, The Smiths, The Temper Trat, Regina Spektor e addirittura Carla Bruni) e su due interpreti (Joseph Gordon-Levitt e Zooey Deschanel) in evidente stato di grazia (più l’apporto della stupefacente Rachel Biston in ruolo che non si dimentica). Tom Hansen dritto nel mio cuore e nella mia personale galleria di alter ego. Piccolo capolavoro che ha la grazia delle cose semplici.

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