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From Paris with Love

Regia di Pierre Morel vedi scheda film

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La recensione su From Paris with Love

di Stuntman Miglio
6 stelle

In realtà non c'è molto da dire su un film come "From Paris with love". Trattasi del terzo lugometraggio diretto dal nuovo pupillo di Luc Besson, Pierre Morel, e non è altro che la naturale estensione del precedente e quasi unanimamente detestato dalla critica "Io vi troverò". Un action puro, rozzo, ignorante, eccessivo, decisamente scorretto nel suo essere, neanche troppo velatamente, razzista e fascista. Un inno al prima spara e poi fai domande, un divertissement altamente diseducativo e fine a sè stesso. Il colmo è che tutto è talmente detestabile ed amorale che alla fine ci si chiede dove effettivamente si voglia andare a parare e nonostante il buon senso ci inviti ad impiegare meglio il tempo libero, si rimane lì a seguire il dipanarsi di una vicenda pressochè elementare. Perlomeno questo è quello che è successo a me. Fatta la tara alle intenzioni della pellicola, che appaiono cristalline sin dalla prima mezz'ora, tutto appare talmente eccessivo da non poter essere preso sul serio ed in quest'ottica non si stenta a sopportare l' intera visione del film facendosi per giunta qualche risata grazie soprattutto alla presenza di un John Travolta incontenibile, inarrestabile e squisitamente sopra le righe tanto da autocitarsi con il celebre Royale con formaggio. Il suo 007 coatto, con testa rasata ed orecchino, che irrompe a Parigi ammazzando cinesi, pakistani e francesi manco fosse all' ultimo quadro di Call of duty, rimane il principale motivo di visione del film unitamente ad una realizzazione tecnica di tutto rispetto. Per quanto possa sembrare un invasato senza controllo, infatti, Pierre Morel non gira malissimo e si avvale di discreta fotografia e montaggio che ben supportano le continue sequenze action che spaziano da inseguimenti in auto non troppo noiosi ad improbabili ma gustosi combattimenti corpo a corpo di gruppo per arrivare alle immancabili coreografie in stile John Woo (rallenty compreso) negli scontri a fuoco. Difficile annoiarsi nonostante quel grillo parlante di Jonathan Rhys Meyers ma è necessario vuotare la mente e non farsi troppe domande sui contenuti di un filmetto che in definitiva ricorda quella miriade di produzioni che negli anni '80 fioccavano come funghi e che hanno consegnato alla storia del genere interpreti come Seagal, Van Damme, Norris, Lamas, Stallone, Schwarzenneger e tanti altri. Si spara sulla croce rossa ma se alla fine dovessi scegliere una cosa che proprio non mi è andata giù, allora opto per la fine toccata alla deliziosa Kasia Smutniak : integralista combattente e doppiata da una simil Bellucci. A tutto c'è un limite, anche alle caricature.

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