Regia di Duncan Jones vedi scheda film
Adesso soltanto una vera evoluzione potrà cambiare rotta alla fantascienza. Variazioni sul tema e stanti ricicli l'avevano fossilizzata entro limiti divenuti quasi spauracchi, e nessuno sembrava in grado di sopravanzarli. Per rimettere in moto il genere si è dovuto attendere Duncan Jones: il primogenito di David Bowie è il primo cineasta dopo troppo tempo che si dimostra capace di riportare alla ribalta la fantascienza classica. Ci riesce per mezzo di un apologo esemplare nella sua lucida visionarietà, spoglio di cyberfronzoli e costruito sugli elementi basilari del genere. Saggio a non sparare troppo in là con le ipotesi e mantenersi a tempi prossimi, il neoregista riscopre il fascino dell'universo fra silenzi e solitudini, condensando decenni di richiami cinematografici nel sottovuoto spaziale che inizia qualche chilometro sopra le nostre teste. Rockwell è ovunque: la perfetta incarnazione della claustrofobia cosmonautica, in tutto il suo inquietante fascino. Da brividi. L’ultimo derivato possibile di Odissea nello spazio potrebbe essere proprio Moon.
sempre più realistica con il passare dei giorni. Sembra già vista, lo è, ma non c'è mai stato un momento adatto quanto adesso per riproporla.
spiazza tutti e strappa meritatissimi applausi. Una gran bella promessa.
una manciata di fotogrammi di spazio.
molto familiare....davvero impressionante
non male
enorme
fa il suo dovere
solo la voce, ma arriva ovunque
cameo ingiudicabile
comparsata
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