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Dogtooth

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Dogtooth

di mm40
6 stelle

Una coppia di mezza età ha cresciuto i tre figli tenendoli segregati in casa: due ragazze e un ragazzo che non hanno mai varcato l'uscita del giardino di casa e totalmente privi di contatti con l'esterno. Eccettuato per una donna che il padre porta in casa di tanto in tanto per sfogare gli istinti sessuali del figlio. Proprio questa donna creerà scompiglio nel delicatissimo equilibrio domestico.

 

Kynodontas è il dente canino che, nel film, rappresenta con la sua caduta la raggiunta maturità di una persona, maturità alla quale consegue la possibilità di uscire da casa propria. Tre ragazzi vivono sotto chiave, ma felici, completamente ignari della realtà esterna, in attesa del canino che cada giù: la trama di questo film, a livello logico, è sottilissima e facile a infrangersi, ma la sceneggiatura del regista e di Efthymis Filippou è assestata con sufficiente ritmo ed equilibrio per sopportare novanta minuti di azione (scarsa) e dialoghi (spesso bizzarri) concentrati fra quattro mura e con un totale di sei personaggi in scena, di cui uno (la madre) praticamente inutile. Non sorprende che si sia fatto notare in tutto il mondo - con il premio sezione Un certain regard a Cannes e la candidatura all'Oscar come miglior film - questo scenario paranoico postmoderno, questa utopia proiettata nel nostro futuro prossimo quando il cibo, l'aria, l'acqua e perfino le relazioni interpersonali andranno centellinati poichè espressamente riconosciuti come deleteri per la sopravvivenza; Kynodontas è un congegno complesso con una facciata di superficie poco impressionante, quasi trasandata nel tono dimesso della narrazione e nella coraggiosa scelta di non fornire più di tante indicazioni allo spettatore proiettandolo fin dal primo fotogramma all'interno di una storia già in atto. Evidenti i meriti di Yorgos Lanthimos, alla seconda regia in solitaria (più un lavoro precedentemente diretto insieme a Lakis Lazopoulos), che con un atteggiamento alla Michael Haneke decide di mettere in scena la violenza contemporanea diluendola nel tempo e infine concentrandola in qualche sporadico quanto insensato climax. Oltre alla morte, Kynodontas trasuda sesso e morbosità in continua crescita sottotraccia, tanto che il finale inspiegato - come un errore di montaggio, un taglio sbadato a casaccio - non può che lasciare insoddisfatti. 6,5/10.

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