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Dogtooth

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Dogtooth

di bradipo68
8 stelle

Una staccionata di legno racchiude un Paradiso su misura per una famiglia tipo appartenente alla media/alta borghesia.Villa con parco e piscina,tagliata ogni forma di comunicazione con l'esterno.Padre amorevole e che è l'unico che esce dalla villa bunker per andare al lavoro,madre casalinga perfetta sempre premurosa e ottima cuoca,tre figli,due femmine e un maschio che vivono educati all'assenza di regole che non siano state mediate dai genitori.Il loro mondo finsce,si infrange su quella staccionata,gli aerei che li sorvolano sono misteri inesplicabili(però sperano che cadano),l'unico che viene a contatto con qualcuno che viene da fuori è il figlio maschio a cui il padre amorevole porta a cadenze regolari una ragazza che lavora alla sua fabbrica e che si prostituisce occasionalmente.Per calmare le sue fisiologiche pulsioni sessuali.E,come succede nelle zone specific patogen free, l'unica che può portare alla contaminazione di questa campana di vetro in cui sono racchiusi i componenti della famiglia,è proprio la ragazza che viene dall'esterno.Che con pochi insiginificanti oggetti e atteggiamenti scompaginerà questo meccanismo ben oliato e farà scoprire ai ragazzi cose che neanche minimamente immaginano.I tre figli sono alle prese con il linguaggio traslato,assolutamente straniante e senza attinenze con la realtà degli oggetti,un lessico familiare che hanno appreso dai genitori che cercano di preservarli anche con questo mezzo da quelli che considerano i pericoli che possono venire dall'esterno.Curioso che in questo film il linguaggio sia fonte di educazione "alternativa" mentre in un film come Pontypool sia come un virus.
Il film è tutto nel progressivo scompaginamento di questa vita edonista degna di un Eden sceso in terra.I figli a detta dei genitori potranno uscire solo quando saranno "maturi" ma è evidente che non arriveranno mai a questa maturità essendo tagliati fuori da ogni possibile forma di crescita.
Kynodontas è un film estremo sia nella forma che nei contenuti.Sotto forma di apologo immorale si può leggere in filigrana una spietata,rabbiosa critica alla media borghesia alla maniera dei primi film di Haneke(soprattutto Die Siebente Kontinent e Benny's video) grottescamente inquadrata attraverso la lente deformante dell'equiparazione dell'addestramento di un cane all'educazione dei figli.Ma si può individuare anche una chiave squisitamente politica:essendo tagliata ogni comunicazione con l'esterno le verità in possesso dei figli sono quelle che hanno loro inculcato i genitori.Una sorta di totalitarismo soft in cui ad ognuno vengono soddisfatti i bisogni primigeni(vedi la sessualità del figlio maschio,vedi la normale routine sessuale dei genitori) in cui il popolo(in questo caso i tre figli) è anestetizzato dal completo appagamento corporale ed è a conoscenza di una sola voce.Ma si sa che l'animale uomo non è mai soddisfatto di quello che ha.
Dal punto di vista della forma Lanthimos predilige il piano sequenza usando la cinepresa in maniera neutra come Haneke anche negli improvvisi scoppi di violenza che qui sono però quasi sempre nel campo visivo.Anzi spesso l'evoluzione della sequenza sembra disinteressarsi di dove è piazzata la macchina da presa dando al tutto una prospettiva sghemba di radicale efficacia.Così come è efficace il finale,affidato alla sensibilità dello spettatore nella sua tremenda indeterminazione.
Ho letto che questo film è in concorso per l'Oscar come miglior film straniero:vorrei proprio vedere le facce dei giurati dell'Academy quando vedono questo film,loro che conoscono Haneke solo di rimbalzo.... 

Su Yorgos Lanthimos

Incredibile padronanza del mezzo espressivo

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