Espandi menu
cerca
La macchina ammazzacattivi

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

Recensioni

L'autore

luisasalvi

luisasalvi

Iscritto dal 26 dicembre 2004 Vai al suo profilo
  • Seguaci 14
  • Post 16
  • Recensioni 834
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La macchina ammazzacattivi

di luisasalvi
7 stelle

Un fotografo (di Amalfi) vorrebbe veder fatta giustizia; un misterioso straniero (ad inizio di film apparso improvvisamente, investito da un’auto di americani e subito dopo scomparso), che poi sembra essere S. Andrea (patrono del paese) gli insegna come fare: gli basta fotografare con la sua macchina una fotografia del "cattivo" per farlo morire. Dopo aver eliminato con entusiasmo alcuni cattivi, il fotografo si accorge che dovrebbe eliminare tutto il paese, e quindi per primo se stesso che ha preteso di giudicare e di eliminare gli altri; ricompare lo sconosciuto che si rivela un diavolo, ma piuttosto bonario, in nome dello stesso principio che gli ha rivelato, che non si può distinguere nettamente il buono dal cattivo; e tutto torna come era...

Si tratta di un tema caro a Rossellini, già centrale (sia pure in modo meno esplicito) nel precedente Paisà, dove le difficoltà della guerra fanno emergere aspetti opposti in ogni persona. In particolare ricorda il quinto episodio, in cui i frati di un convento sono turbati dal fatto che dei tre cappellani militari americani rifugiati presso di loro uno è ebreo e l’altro protestante; il terzo, cattolico, dopo aver tentato invano di convincerli a non giudicare i suoi compagni, durante il pranzo fa un discorso di ringraziamento e di lode per la loro semplicità di vita e la loro generosità, mentre ci saremmo aspettati un discorso di critica: non bisogna giudicare non solo chi è di religione diversa, ma neppure i rigoristi della propria, neppure i frati troppo rigidi e poco evangelici. Pochi hanno letto anche questo aspetto nell’episodio, e questo film lo chiarisce: la tentazione di giudicare è diabolica e alla fine il fotografo riconosce di essere il più colpevole e quello che sembrava un benefico santo si rivela un diavolo (è sempre il diavolo che induce a giudicare gli altri), ma infine a sua volta bonario.

Il film è molto interessante per questo chiarimento tematico, ma risente delle difficoltà di realizzazione, che si è trascinata a lungo (iniziato nel 1948, il film è stato terminato forse dagli assistenti di Rossellini nel 1951 e distribuito nel 1952) (notizie prese da Wikipedia).

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati