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Persecuzione

Regia di Patrice Chéreau vedi scheda film

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Death By Water

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La recensione su Persecuzione

di Death By Water
2 stelle

Si salvano solo i primi quattro minuti del nuovo Chéreau, la violenza della scena nella metropolitana non è illusoria, né suggerita, è buttata addosso allo spettatore che resta senza fiato. C'è da dar conto, nonostante ciò, del prestito hanekiano di cui la suddetta scena si avvale: in "Code Inconnu" succede un po' la stessa cosa a Juliette Binoche, la quale, tuttavia, arriva a un punto di distacco, rompe il silenzio con le lacrime, segue un processo di catarsi indispensabile, allorché Chéreau dà in pasto alla persecuzione il fragore di questo primo impatto con il vero; persecuzione incarnata dal Duris (uomo assolutamente non bravo), il perno di questo baraccone parigino di anime in pena, costrette dalla storia (inesistente) a rincorrersi, ad affondare gli uni negli altri per sopravvivere. E' tutto qui non c'è nient'altro, avrei preferito di gran lunga una progressione drammatica "all'americana" invece di questo stucchevole affresco, isterico nei modi della rappresentazione, stentato nelle direzioni recitative, assolutamente monocorde e privo di intesità. Probabilmente Chéreau ha preteso, forzando i suoi personaggi sull'orlo del precipizio, che essi oscillassero constantemente tra la disperazione e la noncuranza, celando il disordine, e al contempo mascherando il dramma vero e proprio della solutudine e della costrizione alla solitudine con una sceneggiatura che fa dell'incocludenza e dell'indefinitezza il suo punto focale. E poi, per favore, l'aver spiattellato "The mysteries of love " al crocevia finale, quando tutti e tre i protagonisti, come novelli Sisifi, riprendono la pietra sulle spalle e s'incamminano ognuno sulla propria montagna, a didascalia del "mistero dell'amore" (insodabile, inaccessibile), mi è sembrato estremamente banale, quasi avesse preso ispirazione dal peggior Honoré (quello di "Non ma fille tu n'iras pas danser", che si fregia, e come potrebbe essere altrimenti, di un brano di Antony and the Johnsons, al termine del suo film). L'amore che non si trasforma, ma acquisisce da subito lo statuto di persecuzione, e la persecuzione costituisce il giogo che attanaglia le anime e le proietta sull'altro per attingere l'energia necessaria al preservare. Non me lo sarei aspettato, davvero sono molto deluso.

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