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Pelham 1-2-3: ostaggi in metropolitana

Regia di Tony Scott vedi scheda film

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La recensione su Pelham 1-2-3: ostaggi in metropolitana

di mc 5
10 stelle

Mammamia che thrillerone!! Sono rimasto inchiodato alla poltrona per due ore, in preda ad una agitazione sconsiderata. Davvero, chapeau al "vecchio" Tony Scott per aver messo a segno un colpo veramente potente con un thriller denso, densissimo, di una tensione che ti avviluppa e non ti molla fino a quando non si riaccendono le luci in sala. Musiche adeguate, montaggio adrenalinico basato su immagini veloci (che qualcuno con malizia fuori luogo argomenterà "da videoclip"), una recitazione calibratissima affidata a due star assai navigate e dunque istrioniche ai massimi e ai migliori livelli, una sceneggiatura di ferro. Tutto concorre alla realizzazione di un film praticamente perfetto (non in senso artistico assoluto, beninteso, ma con riferimento ad un preciso genere). Un Denzel Washington misuratissimo, attento alle sfumature, capace di non debordare mai, perfetta incarnazione di un uomo sobrio, sensibile, intelligente e di buon senso. John Travolta strepitoso, magistrale nel rappresentare una personalità deviata, ma -attenzione- con il merito di evitare tutti i clichès dello psicopatico. O meglio: riprende -del "disturbato"- i lati più evidenti ma sa rielaborarli in maniera finissima e talmente ispirata che alla fine il suo personaggio diventa quello più affascinante del film, col suo passato misterioso e i suoi improvvisi mutamenti d'umore; lo spettatore viene attirato dalla solitudine di quest'uomo ferito che cerca non solo una scontata vendetta contro la società americana, ma che è anche guidato da un desiderio di rivalsa che lo aiuti a capire le storture di una comunità che lo ha respinto e lo ha impietosamente espulso dal suo meccanismo produttivo. E i passeggeri del convoglio, pure loro, sono stati rappresentati magnificamente. Sarebbe stato facile (troppo facile) per Scott attribuire ad ognuno di essi una "figurina" per poi aprire tanti "siparietti" -probabilmente patetici- scovando dentro le rispettive personalità e dando vita ad altrettanti clichès sentimentali. E invece no. Scott ha descritto quei passeggeri in modo secco, sobrio, senza fronzoli, soffermandosi un attimo di più (ma comunque in termini assai ragionevoli) solo sui due fidanzatini che comunicano a distanza attraverso il pc portatile. Ma visto che ho accennato a dei passeggeri e ad un convoglio, riassumerò in due righe la vicenda. Siamo a New York. Una giornata come tante, ma in realtà di ordinaria follìa. Una banda di quattro criminali sequestra una vagone della "metro" e il loro capo introduce una snervante trattativa per negoziare gli ostaggi con il responsabile di turno della sala macchine, attraverso il telefono. Dunque storia semplicissima che si supporrebbe claustrofobica. Eppure Scott, da Maestro del cinema di genere (action thriller), riesce non solo a rendere interessante una vicenda così "chiusa" fra poche mura, ma anche ad inchiodare lo spettatore e a sequestrarne l'attenzione, costringendolo (come è capitato a me) a soffrire per la sorte di quei passeggeri, e a fare un tifo disperato nel momento in cui per loro le cose si mettono al peggio. Dei due (perfetti) protagonisti ho già detto. Resta da dire delle brillanti performances di due attori coi quali non si può sbagliare: John Turturro e James Gandolfini. Permettetemi solo una piccola parentesi per esprimere la mia stima verso un attore a cui sono affezionato, pur rivestendo egli  in questo caso un ruolo piuttosto ridotto. Si tratta di uno dei migliori caratteristi di Hollywood, l'ispanico Luis Guzman, che qui appare intabarrato e quasi irriconoscibile, eppure il suo magnifico "faccione" lascia sempre il segno. Qualcuno sostiene che Scott insiste a fare un cinema stantìo e superato. Può anche darsi. Eppure questo è un film senza sbavature, che colpisce nel segno, e che fila via veloce e potente proprio come i vagoni in corsa di una metropolitana. In questo genere (superato? parliamone...) Scott è un professionista. E non gli si può chiedere di più, nè gli si può chiedere altro. Va bene così, fermo restando che la passione vera per il Cinema si muove in altre direzioni. Ma questo va da sè, e non può condizionare il nostro giudizio.
Voto: 9

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