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Harry Potter e i doni della morte. Parte I

Regia di David Yates vedi scheda film

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La recensione su Harry Potter e i doni della morte. Parte I

di scandoniano
8 stelle

Alla soglia del diciassettesimo compleanno, Harry Potter dopo essersi trasferito con gran pericolo  in una nuova abitazione grazie alla pozione polisucco, deve eludere i mangiamorte e al contempo ricercare gli altri 5 horcrux di Voldemort mancanti. In aiuto arriva il prezioso testamento di Silente…

È il settimo film della saga, che racconta la prima parte del settimo libro, l’ultimo prodotto dalla Rowling. I ritmi sono più compassati rispetto agli altri film della serie, quasi senza duelli, la scuola di Hogwarts non compare affatto, il pathos è principalmente psicologico e la tensione deriva quasi esclusivamente dalla paura provata dagli spauriti protagonisti. Anche le usuali fantasiose invenzioni dell’autrice appaiono fortemente ridimensionate (se si eccettua il curioso dono di Silente a Ron o la storia “dei tre fratelli” e dunque la questione dei “doni della morte”). Anche i toni sono definitivamente virati verso un horror soft mixati ovviamente con lo stile fantasy: insomma molto lontani, quasi un’altra dimensione, rispetto alle vicende “di formazione” e molto meno dark dei primissimi film della saga. A tal proposito, interessante notare come il rapporto tra protagonisti e spettatore rispetto al passato sia totalmente capovolto: l’inesperienza e l’ingenuità notata in “Harry Potter e la pietra filosofale” vedeva un pubblico che quasi si inteneriva per l’inettitudine dei giovani maghi di Hogwarts, mentre qui le importanti potenzialità raggiunte dai Harry, Ron ed Hermione fa in modo che lo spettatore si fidi dei ragazzi, preoccupandosi esclusivamente di fare il tifo per loro.

Il regista David Yates fa il fondamentalista e realizza, di concerto con gli sceneggiatori, un film per Potter-maniaci onniscienti, non prevedendo affatto che davanti al grande schermo ci siano spettatori che abbiano bisogno di qualche suggerimento che li aiuti a collegare questa pellicola con le precedenti. Sul piano tecnico si raggiungono livelli straordinari, che rendono quasi impietoso il confronto con le prime pellicole; in particolare si segnala la fotografia ricercatissima. Marginale invece il contributo degli effetti sonori e dell’accompagnamento musicale.

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