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Coraline e la porta magica

Regia di Henry Selick vedi scheda film

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La recensione su Coraline e la porta magica

di mc 5
10 stelle

In questi giorni ho potuto vedere, a pochi giorni di distanza, due film le cui visioni mi hanno suggerito entusiasmi opposti e che, a botta calda, mi hanno indotto a prese di posizione decisamente radicali. Posizioni che ora, seppur ridotte di intensità, non mi sento di rinnegare. La percezione era infatti quella di essermi imbattuto nel più brutto film e nel più bel film in assoluto da me mai visti. Ora, a mente fredda, quando la spinta emotiva si è ridimensionata, resta però la percezione di "uno fra i più brutti" ed "uno fra i più belli" film visti nella mia ormai lunga frequentazione di sale cinematografiche. Sul senso di inadeguatezza desolante e sulla sensazione di urticante fastidio indotti dalla visione di "Transformers 2" preferirei in questa sede sorvolare, mentre vorrei esprimere tutta la gioia e tutta la passione possibili per un film immenso come questo "Coraline". Temo che non sarà possibile trasferire su questa tastiera la ridda di emozioni che mi hanno assalito durante la visione, ma voglio ugualmente provarci. Un'esperienza che ha avuto per me i connotati di un'immersione nell'estasi, come un bagno in acque pure e meravigliose da cui esci rigenerato. Vi ho individuato le coordinate di una sorta di "cinema universale", in grado di trasmettere delicate e profonde emozioni comprensibili da spettatori di ogni latitudine geografica, proprio in quanto "universale" è il linguaggio attraverso cui questo cinema comunica, fatto di immagini semplici e di musiche suggestive, un linguaggio che va a toccare corde segrete e profonde che ciascuno di noi custodisce nel cuore. E questo discorso si incrocia con le tante riflessioni che si potrebbero fare sullo stato attuale del cinema di animazione, il quale ha raggiunto in certi casi livelli di eccellenza indiscutibili. Il punto infatti è proprio l'universalità raggiunta nel livello di comunicazione da parte del cinema "animato", sia sul piano tecnico sia su quello delle emozioni che esso è in grado di trasmettere. E qui devo fare riferimento al mio gusto personale, traendo delle conclusioni precise; cioè, voglio dire che non può essere casuale se forse i film più belli che ho visto negli ultimi mesi sono proprio tre pellicole d'animazione: "Ponyo", "Wall-E", "Coraline". Tre film sicuramente assai diversi, sia culturalmente sia come preparazione tecnica, ma che hanno in comune un prezioso elemento: quello di possedere un afflato poetico e una superiorità quasi letteraria, che li distaccano nettamente dal classico prodotto animato per bambini, consegnandoli dunque ad un'Arte adulta, consapevole, altissima, restituendoli così alla dimensione di supremi capolavori, dotati quindi di un linguaggio emozionale che può superare ogni barriera geografica e culturale. Tutto quello che posso dire è che un film "animato" è riuscito a tempestarmi di emozioni, a crivellarmi di suggestioni, a rivoltarmi come un calzino, a farmi sprofondare in un sonno benefico che mi ha trasportato per cento minuti in un viaggio onirico attraverso una dimensione "altra", inquietante, densa di cupi presagi, ma capace anche di improvvise impennate di infantile dolcezza e di innocente soavità. Ci sono sequenze che mi hanno davvero come immobilizzato, procurandomi nell'arco di pochi secondi una tempesta di emozioni quasi insostenibili; mi riferisco ad esempio al momento in cui Coraline fa la prima conoscenza coi nuovi genitori: la situazione è raccontata con immagini talmente sapientemente inquietanti da indurre una suggestione di disagio davvero tangibile. I modi "affettati" dei nuovi genitori, la loro ostentata (e dunque ambigua) leziosità è talmente sottile ed insinuante da farmi pensare che una tale perfezione sarebbe stata impossibile da ottenere utilizzando attori in carne ed ossa! E non è un caso che, dopo tante parole spese, ancora non abbia affrontato quello che è tutt'altro che un dettaglio: il famoso/famigerato "3D"! Probabilmente, se mi trovassi a raccontare il film ad un amico, finirei con lo scordarmi di questo particolare. Eppure il film è stato lanciato con una promozione che fa leva proprio sul 3D, in quanto carta vincente del momento. Ebbene, posso affermare che questo è un film dotato di una qualità intrinseca ed oggettiva talmente "alta" che, scusatemi, ma del 3D potrebbe tranquillamente fregarsene. Intendiamoci: l'uso tecnico che ne viene fatto è ottimale, funzionale e non strabordante, efficace al punto giusto, il che non può che rallegrarci, dopo alcune recenti pellicole desolanti e ridicole che vivevano unicamente in funzione di questo dettaglio tecnico (ogni riferimento a "San Valentino di sangue" è puramente voluto). Il mio sentimento sarebbe quello, lo ammetto ingenuo ed infantile da vergognarsene, di prendere per mano o sottobraccio chiunque mi sta leggendo ora ed accompagnarlo a vedere questo film, proprio per la curiosa necessità di condividere col maggior numero di persone le medesime emozioni che io ho provato. Ma mi auguro che lo abbiate già visto o che siate dell'avviso di farlo al più presto. Farete la conoscenza di un buffo acrobata russo, di due attempate signore bislacche, di un gatto "mollaccione" che tutto osserva e tutto sa (e ogni tanto bisbiglia qualche frase, ma solo quando gli va), degli spettacolari topi circensi, di uno svitato bamboccione chiamato Whyborn (omen nomen), di due genitori molto umani e che quindi fanno errori molto umani, e di due "altri" genitori che invece sono apparentemente perfetti ma -attenzione- finti al punto di rivelarsi diabolici. Insomma, lo sfondo di questa vicenda mi ha talmente conquistato il cuore che vorrei (magari in sogno, chissà) poterci capitare dentro, poter entrare in quella casa, e allora mi sa che cercherei subito di verificare se quella porticina magica è murata oppure accessibile. E potrei giocare con Caroline aiutandola a superare la noia quando fuori piove, oppure potrei dare una mano ai suoi genitori nella compilazione dei loro cataloghi di giardinaggio, o ancora potrei dare un bel "5" a quel simpaticone di Whyborn mentre si va assieme a caccia di lumache...per poi, alla fine (del sogno), berci tutti quanti in giardino una bella limonata fresca. E invece...con la fortuna che mi ritrovo, mi sa più probabile che io abbia un incubo in cui avrò due bottoni al posto degli occhi. Chiedo scusa se ho impostato tutta la recensione sulle mie percezioni emotive, ma i dettagli informativi sono reperibili ovunque, del tipo che la tecnica adottata è quella (certosina ed artigianale) dello "stop motion", che il tutto nasce dal formidabile genio creativo di Neil Gaiman, e che l'Henry Selick che dirige è lo stesso del "Nightmare" di Tim Burton... ma queste sono tutte cose che già sapete benissimo. Quanto poi alla solita polemicuccia se sia o no un film destinato (o adatto) ai bambini, beh, stavolta preferisco non pronunciarmi. Posso solo dire che nella sala dove io l'ho visto, una bimba ad un certo punto si è spaventata e la madre l'ha dovuta accompagnare fuori in preda ad una crisi di pianto...Vabbè ma sarà un caso isolato, non credo che faccia testo. Anche perchè poi certe suggestioni di disagio pauroso sono elaborate ad un livello più complesso e dunque influenzano più gli adulti che i bambini. Mi pare poi di fondamentale importanza il "messaggio" proposto dal film, nel quale io ho creduto di ravvisare addirittura qualcosa di antitetico alla solita morale da "cartoons". Di solito il senso è quello del "se lotti duramente, ce la puoi fare a diventare come i tuoi modelli, a trasformarti da anatroccolo in principe". Qua invece si vuole dimostrare che i principi non esistono, o sono fasulli, o che comunque nascondono trappole, come ogni situazione troppo perfetta. Quindi (finalmente!) basta con l'abusatissimo "lottare per un sogno", ma anzi: "occhio, che dietro ogni sogno c'è una fregatura!". Ne consegue che è molto meglio vivere nella propria realtà, dove le imperfezioni sono di casa e dove gli anatroccoli non sono poi così brutti (proprio come Whyborn!). Una volta tanto, dunque, nessun invito ai bambini a sgomitare (fin da piccini!) per diventare belli, fighi e vincenti. Concludendo: una intrigante favola dalle suggestioni dark. Un visionario romanzo di formazione che lancia lo sguardo oltre lo specchio. Un cult, per sempre...
Voto: 10

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