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Bastardi senza gloria

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Bastardi senza gloria

di GIMON 82
10 stelle

Riscrivere la storia secondo il verbo cinematografico,i "Bastardi" tarantiniani percorrono questo sentiero,secondo il dogma "cinephile",entrando nella Francia occupata dai nazisti nel 1944 .Poche (anzi pochissime) sono le opere e i film (ri) percorrenti i passi di una stolta guerra,rimodellandone figure e contenuti che divengono in mano a Tarantino cinema maiuscolo.Tra "Dirty dozen", "Treni blindati" e sguardi "Leoniani",il ragazzone dalla mascella informe unisce,miscela e dipinge il magma visivo di cui si è nutrito per anni.Il cinema Bmovie coi suoi generi e sottogeneri,lo "Spaghetti western" di Leone è l'anima di "Bastardi" yankee ed ebrei.Il verbo "Tarantiniano" passa da qui,nella Francia assediata dalle "hunker kreus",luogo di memorie nefaste ed ebrei perseguitati.La storia la fa pero' il prode Quentin,a suo uso e costume,allora succede che l'aguzzino nazista diviene un "comico" con grottesco pipone da cartoon.La guerra tanto è un gioco nelle mani di Quentin,al suo meglio,come un bambino nel paese dei balocchi,dove Hitler e Goebbels vengono consegnati al pubblico ludibrio che gli spetta.Dove le taverne campagnole sono "teatro" puro o metacinema sontuoso,nello scontro tra alleati,spie e nazi,non prima di averci donato un assurdo quanto simpatico gioco di societa'.Dove Aldo-Pitt-Raine fa il verso al "Padrino" di Brando,in un periodo dove ne Brando e Puzo avevano partorito la saga dei Corleone.Il cinema di Quentin è cosi': sfrontato,macchiettistico ed esagerato,una sfilza irriverente di dialoghi aulici e citazionisti.L'oceano in piena di una vicenda dove realta' e finzione sono l'una consona dell'altra,il male e il bene sopravvivono nella fiera di un fascino "audiovisivo" alla luce del puro "divertissement".Tarantino non è Bergman o Bela Tarr,il suo "verbo" e quello dei "Bastardi" senza introspezione,consegnati alla storia (del cinema) secondo la sua opinione,esagerati,grotteschi e irresistibilmente kitsch.Lo sguardo sulla "Seconda guerra mondiale" è l'emblema della passione sfrontata verso un lido di cinema "minore" ,dove l'intelletto non si deve sforzare,ma rimanere in superficie.Quel che conta è il godimento allo stato puro,in ebrei pieni di sano livore,simpatici "Bastardi" contro crucchi odiosi.Il bello del cinema passa qui,nel menefreghismo irrazionale che rompe gli schemi,aggiungendo,citando e riscrivendo la storia,facendoci strabuzzare gli occhi ed esultare per il baffetto odioso triturato di proiettili.La materia da sogno della pellicola è manifesto ridondante in "Bastardi senza gloria",il trionfo di un (sotto) genere sopratutto italico,dallo stampo artigianale,trova il suo essere nel suo "allievo".Quentin fa del cinema "minore" e bistrattato la ragione dei suoi film,esaltandone la giocosita',l'odore avventuroso,e una violenza e "genia" di stampo "cool".Un esponente magnifico del "cult" in stato di grazia,regala a noi un film magniloquente,un cocktail da metacinema nutrito da Leone,Morricone e l'"explaitotion" anni 70.Aggiungiamoci lo stupendo cast,Pitt,Waltz, Fassbender e Diane Krueger e il gioco è fatto,quello dove la guerra la vincono gli eroi "minori",questo si chiama "CINEMA",quello dalla regia e lo scritto pregno di "storia" e cinefilia che scorre nelle vene.I "Bastardi" piu' belli del cinema vivono qui,in un epopea grondante una cinefilia guascona e rompiballe che prende in giro la storia,facendoci godere ogni suo momento,rivivendo i fasti di un cinema "scorretto" secondo i dogmi intellettuali.Ma i "Bastardi" Tarantiniani sono l'allegra brigata che se ne frega,sovvertendone le regole e vincendole.Salvo poi essere beffati dagli "Academy Award",dove "vincono" uomini mutanti dalla pelle color puffo......

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