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Flash of Genius

Regia di Marc Abraham vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Flash of Genius

di Enrique
6 stelle

Con onestà (ma dubito della lungimiranza) Marc Abraham opta per un incipit che vuole preparaci al peggio (perché il “peggio” costituirà buona parte del film).

Dopodichè vengono illustrate le premesse. Ovvero la lodevole rettitudine del protagonista, il quale pone subito in chiaro, alla platea dei suoi studenti, qual è la sua etica. E quale dovrebbe essere l’etica di ogni buon ingegnere (e di tutte le persone).

Ebbene, dinnanzi a tali premesse, la tragedia è difficile da evitare (visto in quale mondo viviamo).

Il problema è che, quando sono in ballo una montagna di soldi, l’etica delle scelte si liquefa come neve al sole, o meglio; si sublima nell’etica… degli interessi (ahi ahi che ossimoro). E ciò che è vitale per qualcuno appare un mero dettaglio per molti altri.

All’appello manca ancora, nondimeno, il terzo stadio del film: la parabola della vita di Robert Kearns (G.Kinnear) nelle aule di giustizia conosce, infatti, la sua fase (parzialmente) ascendente. Una volta superati gli scogli che solo un ingegnere con la pretesa di difendersi da solo in una causa civile (per di più in materia di brevetti… e per di più contro una multinazionale!!) può avere, allora tutto il resto è in discesa (d’altronde le giurie i tecnicismi tendono a lasciarli fuori dalla camera di consiglio).

Ma certo la salute di un sistema che ammette di ottenere giustizia solo dopo tanti anni (e dopo tanti esaurimenti nervosi; e dopo la crisi e la disfatta individuale) non può che essere estremamente precaria.

 

Il primo film da regista di M.Abraham è un classico mega melodramma con finale colpo di reni. Si basa, infatti, su una basica e triadica struttura narrativa: 1) il flash of genius e l’entusiasmo; 2) la beffa, lo smarrimento e la caduta; 3) la lenta risalita della china e la rivalsa.

Una struttura consumata ed elementare; scolastica. Che, dunque, spegne l’interesse dello spettatore e lo sintonizza sulla frequenza della rassegnazione che vive il protagonista (un solitamente sottovalutato G.Kinnear). Abraham si destreggia come può a contatto con il dramma vero e con gli intrinseci limiti della sua rappresentazione, ma il risultato difficilmente si distinguerà dalla media dei film di questo genere.

Tuttavia, benché non si tratti di un grande film, trae certamente spunto da una bella ed originale idea (questo sì). Un’idea che mi rimarrà impressa, a lungo, in testa.

Da ora in poi (parafrasando PompiereFI), quando avrò necessità di attivare il tergicristallo della mia vita per spazzare via la pioggia che ivi si verrà ad infrangere (nonché, del pari - e più banalmente - ogniqualvolta la pioggia mi dovesse trovare alla guida di un auto), il pensiero correrà a Flash of Genius ed alla certezza che, nonostante tutto, non potrà piovere per sempre (purchè si abbia cura di non smettere di lottare, sino all’ultimo, per provare a schiarire, almeno un po’, il cielo).

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