Espandi menu
cerca
Appaloosa

Regia di Ed Harris vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Appaloosa

di mc 5
10 stelle

Uno splendido film di impianto e stile estremamente classici, che ci conduce per 114 intensi minuti in un viaggio attraverso il fascino del vecchio West, con tutti i suoi elementi tradizionali, dai panorami assolati del deserto alle sfide fra pistoleros e alle scazzottate nei saloon. Anche se a pensarci bene, questa bella storia d'amicizia virile avrebbe potuto essere ambientata in qualsiasi epoca. Quel che conta è che si tratta di un film praticamente fatto per dare modo a due meravigliosi attori (uno dei quali ne è anche il regista) di regalarci un saggio di Arte della Recitazione. E' un vero piacere immergersi totalmente in una storia in fondo semplice e scarna, ma che sa conquistarti sia grazie ad una regìa sapiente e sicura sia -come dicevo- grazie a due attori in assoluto stato di grazia. La trama è di quelle classicissime in ambito western. C'è uno sceriffo integerrimo che col supporto del suo aiutante è determinato a conseguire e mantenere ad ogni costo l'ordine e la legalità nella cittadina di Appaloosa, e a tal proposito si fa consegnare un mandato in bianco e senza limitazioni dagli amministratori della città. Ma si trova ben presto faccia a faccia con un signorotto del luogo che vorrebbe tenere in pugno con la paura e l'arroganza la popolazione locale. E c'è anche una figura di donna, civettuola e inaffidabile, che è portata a dedicare le proprie grazie all'uomo che si dimostrerà vincente nella tenzone. Come si vede nulla di eclatante, ma qui, molto più del plot, quel che conta è il clima, l'atmosfera, che infatti sono ruvidi, assolati, epici, malinconici, come si addice ad un racconto western. Per il notissimo Ed Harris si tratta della seconda prova da regista dopo il biopic su Jackson Pollock, che io non ho visto ma che pare non fosse esattamente esaltante. Questa seconda regìa a me è sembrata invece ineccepibile e condotta con mano felicissima. Quanto alle prove degli attori, beh, sono da applauso a scena aperta. Prima di tutto vediamo i due ruoli minori, ma anch'essi fondamentali. Jeremy Irons efficacissimo in un ruolo da cattivo, che però, pur rappresentato con estrema professionalità, forse non è sufficientemente "scavato" nei suoi risvolti psicologici. Renèe Zellweger: mi spiace per i suoi fans che mi leggono, ma confesso che non l'ho mai sopportata, nemmeno nei panni della amatissima (non da me!) Bridget Jones...e anche qui l'ho trovata fastidiosissima, terribile nell'esibire il consueto repertorio di inaudite mossettine, smorfiette e sorrisini quasi da freak. Ma per fortuna ci sono due Campioni assoluti. Ed Harris: una delle facce più belle ed intelligenti che Hollywood abbia mai espresso; con quelle sue guance incavate, un viso quasi da farne un poster, un attore superlativo, una faccia che potrebbe rappresentare l'America...E Viggo Mortensen non gli è da meno. Ecco, Viggo, è un fenomeno: un attore che ha saputo fare del viso statico e di una espressione (solo apparentemente) monocorde, un assoluto punto di forza. Nelle ultime pellicole poi, è stato un progressivo valicare i confini della propria bravura, scegliendo sempre i film giusti e i ruoli adatti a valorizzare quella sua espressione -come dicevo- così immobile da apparire a tratti surreale e grottesca. E assistere ai duetti verbali, ai brillanti scambi di battute fra i due attori è un piacere quasi fisico per ogni vero appassionato di cinema, una roba da brivido lungo la schiena. Come accade ogni volta che due attori sublimi si "danno" le battute, scocca nell'aria qualcosa di magico. Ed è questo "qualcosa" che rende imperdibile il film, al di là di qualche trascurabile difettuccio di regìa che emerge qua e là, al di là di una storia già vista, e al di là della mefitica Zellweger. Ci toccherebbe poi fare un altro discorso, quello sul senso che ha riproporre oggi il genere western.
Ed è un discorso ricorrente, che viene proposto ogni volta che un regista si accinge a misurarsi, quasi fosse un "evento", col genere "vecchio West". Si ha quasi la sensazione del dèja-vu: sono passati solo due anni dal dignitoso remake di "Quel treno per Yuma" firmato da James Mangold. La verità è che si tratta di un genere che decenni di cinema americano hanno rivoltato come un calzino, dalle letture tradizionali fino alle varianti più progressiste, ma che comunque resta talmente parte fondante della cultura americana che è fatale, ciclicamente, che qualche regista voglia cimentarsi in questa direzione. E se i risultati sono come quelli realizzati da Ed Harris, ben venga la riproposta western, visto che non implica nulla di retorico nè di anacronistico. Detto della storia di amicizia virile incrinata da una donna che scatena gelosie e fraintendimenti fra i due protagonisti, va detto anche che il film non è solo questo. C'è anche un problema etico, una sorta di "questione morale". Infatti il prepotente boss locale Jeremy Irons non esita a corrompere giudici e avvocati pur di "comprarsi" la propria redenzione: egli infatti alla fine non solo viene scagionato dall'accusa di omicidio plurimo, ma viene addirittura rivalutato ed incassa tributi di stima e rispetto, mentre i due sceriffi che lo avevano coraggiosamente incastrato ci fanno la figura dei poveri coglioni. (Vabbè, è solo per dire, ma qualcuno ci ha letto una sorta di riferimento -involontario, ovvio- alla nostra "Mani Pulite": anche lì è andata parzialmente allo stesso modo...). Ho detto prima della magnifica alchimìa che si è consolidata fra i due protagonisti, in particolare evidenza quando si scambiano frasi concise ma efficaci: in realtà, come dei veri uomini di frontiera, i due parlano piuttosto poco. Ma in compenso dialogano a meraviglia con gli sguardi: e qui bisogna sottolineare che l'intesa fra i due, proprio a livello di sguardi, rasenta la perfezione. Perchè Harris e Mortensen si capiscono con un'occhiata che spesso dice tutto. Dice anche di che stoffa sono fatti due Grandi Attori. PS: Ed Harris stavolta ha voluto strafare (lo dico con simpatìa): ha perfino composto (e cantato, facendoci una discreta figura) una bella song in stile ovviamente country che vi invito ad ascoltare sui titoli di coda.
Voto: 10

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati