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Si può fare

Regia di Giulio Manfredonia vedi scheda film

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La recensione su Si può fare

di barabbovich
8 stelle

Milano, 1984. Un ex sindacalista (Bisio) viene chiamato a dirigere una cooperativa di disabili psichici. Idealista e volitivo, l'uomo trasforma i matti in soci e li responsabilizza mettendoli nelle condizioni di fare un lavoro vero, quello di parquettisti. Con il cambio di gestione sanitaria arriva anche lo scalaggio degli psicofarmaci, poi il sesso e persino l'amore. Ma uno di loro (Bosca) non ce la farà a reggere i ritmi di una vita "normale", nonostante l'incredibile successo dell'impresa.
Ispirato a quella grande stagione del terzo settore che in Italia vide nascere le cooperative per disabili a corollario della legge Basaglia (la famosa legge 180), affrancando la follia dalla coercizione dei manicomi, Si può fare - opera terza di Giulio Manfredonia - è una commedia indovinata con più di un debito (fin troppo esplicito) verso Qualcuno volò sul  nido del cuculo e Risvegli. Si ride, e molto, e ci si commuove per un film capace di coniugare impegno sociale e registri comici, e di scegliere, a dispetto dei blasonatissimi riferimenti di partenza, un percorso narrativo originale e spesso tutt'altro che scontato.   

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