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Lolita

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su Lolita

di BLUKLEIN
8 stelle

Il film della vita per David Lynch e forse per una truppa di mortali innamorati della sceneggiatura più bella di sempre.
LOLITA NON è un film sulle passioni all-around di un cinquantenne colto, raffinato e perverso; NON è una decostruzione capillare e impietosa di riti sociali da bieca provincia americana; NON è la anticipazione (profetica) testuale e "visuale" di atteggiamenti e tic comportamentali di una nazione gaudiosamente uscita dalla guerra e già innamorata dei "gadget" del consumismo pre-popular ( hula-hoop, hi-fi stereo, kodak-camera ); NON anticipa figure di guru televisivi in fase d' incrocio con culture hyppie, ambiente losangelino e simili, zona Bel-air ( Quilty, scriptwriter tv e maitre à penser di liberazioni sessuali da filmare in gruppo, ben prima di pop-warhol, morissey-paul e flower-power ).
Meglio: LOLITA NON E' SOLO TUTTE QUESTE COSE, ma è soprattutto il più bel testo che s' incarna e diventa struttura trilitica del racconto, scultura tridimensionale dei personaggi, primo piano, sfondo, luce, colore e movimento. Chi abortisce analisi riduttive su tale pietra angolare del fare cinema è: 1) in malafede; 2) mal messo.
Nabokov, dio cesellante parole che occultano concetti e lentamente li rendono palesi, principe del dettaglio necessario, re dell' accumulazione descrittiva non-superflua, drago della satira "sociale", maestro dell' analisi dei costumi e dei comportamenti, porge LOLITA su un piatto d' argento al compare genio SK.
Delizia dell' ascolto, quindi, e del guardare. Peep-show dell' America che abbassa gli occhiali a forma di cuore e alza lo sguardo, lasciandosi dietro ( in teoria ) depressioni belliche e ostentando desideri di natura sessuale. Film da ascoltare mille volte per leggere l' incredibile sottotesto - i doppi sensi si sprecano! - e godere senza ritegno del wundergarten pieno di fiori del logos.
"Fill her up"! ( Riempila!, intendendo Lolita e non l' automobile ); "She' s gonna have a cavity filled by your uncle Ivor " ( Suo zio Ivor, dentista, riempirà una "cavità" di mia figlia ); "I showed you my garden!" ( Le ho mostrato il mio "giardino"... ).
Qualcuno, prima o poi, dovrà dedicare qualche mese allo scandaglio del testo di Nabokov al solo scopo di rintracciare perle come queste.
Eppure LOLITA è anche magistero dell' occhio kubrickiano, che sperimenta le prime simmetrie ( Humbert impazzito in ospedale ); aggancia tra loro meravigliosi piani-sequenza ( soprattutto all' inizio del film, quando Humbert entra nell' universo di bambola di casa-Haze ); allestisce e poi inquadra nella m.d.p tableau-vivants di umanità decrepita - Quilty, of course, senatore romano che vaga in mezzo a lenzuoli e drappi - tra auto-citazioni ( "No, I'm Spartacus!" ), repliche johnwayniane ("You got a dirty little thing, captain..." ) e pre-incursioni nei territori della pittura settecentesca ( l' attimo in cui Sellers muore "sparato" dietro una tela ).
LOLITA è un tutto inestricabile, come sempre in K.
Mai pensare di avere esaurito i termini per descriverlo, adularlo, accarezzarlo......................................................

Sulla trama

Sappiamo tutto. Sincerità e crudeltà nel percorso di un paio di figure maschili in fase di collisione con altrettante figure femminili. Una nazione messa in ridicolo, un' epoca vista attraverso il microscopio.

Sulla colonna sonora

Jazz, melodie fities da sale da ballo, barlumi di rock' n roll da hit-parade. Anche qui, scelte perfette segno del genio in azione.

Cosa cambierei

???

Su Shelley Winters

Favolosa strepitante chioccia insopportabilmente protettiva e miserevolmente caduca, sfatta, debole, commovente, irritante. Shelley Winters sarà sempre Charlotte, donnetta che inciampa nei tranelli di una cultura che non possiede e affida un grumo di sentimenti primordiali alle traduzioni simultanee operate, per lei, dal frasario posticcio e rozzo della lingua americana diventata slang da salotto per signore.

Su Sue Lyon

Indicibile, inenarrabile, sensuale, liberata, furba, "eerie vulgarity" in carne e ossa, delizia degli occhi senza età, esperta bestiolina attorno alla quale l' universo gira, inciampa e impazzisce di gioia e dolore. Sue Lyon si è persa qui, non si è più ritrovata, è stata vampirizzata da Dolores Haze, ma è diventata immortale.

Su Peter Sellers

Superbo genio irrefrenabile inventore di calembour linguistici e di travestimenti del senso sub specie attoriale, attraversa il set in preda a deliri verbali, ispirazione recitativa eccelsa, raptus di mimica facciale ineguagliati. Il dio del cinema doveva farlo vivere altri 50 anni!

Su James Mason

Strascicatissimo nel "dialogare" con la lingua ( anche la sua! ), meditabondo nell' operazione ardita di smerigliatura di un accento inglese meravigliosamente teatrale, sapiente demonio occultatore di spasimi del desiderio sotto un sopracciglio alzato perfidamente e dietro una mano protesa verso Lo. James Mason sta sul set come una statua dell' antichità, maestoso, potente, "in controllo" della sua arte, mentre rappresenta la perdita di controllo di Humbert-Humbert... Fantastico ammaestratore di Charlotte haze, è preda di Lolita e mostra l' animo perduto e uno sconforto infinito mentre veleggia verso la fine. JM è, come tutti in LOLITA, in assoluta trance interpretativa.

Su Stanley Kubrick

Già detto. Ah: la scena in bagno, col whisky e il qui pro quo della pistola è di Kubrick e non di Nabokov.

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